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Volpe addomesticata nel Parco del Ticino. L’appello: “Non date da mangiare agli animali selvatici!” (VIDEO)

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PARCO DEL TICINO Che la volpe sia un animale furbo è risaputo. E’ la protagonista di tantissime fiabe ed è sempre etichettata come scaltra e intelligente. Val bene il famoso proverbio: «Furbo come una volpe». Può accadere di incontrarla mentre si passeggia per i sentieri del Parco del Ticino. Nulla di più facile e non c’è nemmeno un’area geografica di riferimento. Potrebbe essere ovunque. Non è aggressiva, salvo casi eccezionali.

Normalmente cerca di evitare il contatto con l’essere umano. Meno facile è pensare ad una volpe che, alla vista dell’umano, si avvicini in cerca di cibo. L’altro giorno Mattia Nocciola di Boffalora sopra Ticino si è imbattuto proprio in una volpe che potremmo definire addomesticata. Si avvicinava a lui come un cagnolino, quasi timidamente indietreggiava per poi tornare a farsi compatire. Cosa voleva? Del bibo, naturalmente. Proprio come un animale d’affezione.

Eppure Mattia, che è un esperto di natura e appassionato frequentatore del Parco del Ticino, lancia subito un allarme: «Non date da mangiare alle volpi, rischiamo di fare loro del male». Il fatto che quella volpe da lui incontrata si sia avvicinata con tanta naturalezza all’uomo e non sia scappata non è un bel segnale. E’ semplicemente la prova che qualcuno aveva già cominciato a nutrirla addomesticandola. Qualche passante, magari in buona fede, le avrebbe gettato dei bocconi. Così facendo la volpe ha capito che può procurarsi del cibo facile e, alla vista dell’uomo, potrebbe avvicinarlo mendicando qualcosa. «Non dobbiamo lasciarci impietosire dalla tenerezza di questi animali, – raccomanda – che non sono poi così diversi da un cane facendo parte della stessa famiglia dei canidi”. Un po’ meno intelligente di un cane, ma decisamente scaltra. Croce degli agricoltori perché la volpe, è risaputo, rappresenta un pericolo per i pollai presi d’assalto dai loro periodici attacchi. Mattia ha segnalato la presenza della volpe addomesticata ai guardiaparco. Il settore vigilanza del Parco del Ticino, sia dal lato piemontese che quello lombardo, sono a conoscenza del fenomeno. A scopo precauzionale ed informativo è stato approntato un vademecum per i visitatori, da rispettare.

Un volantino con impressa una volpe che riceve un boccone da un passante e che reca l’appello lanciato dallo stesso animale: «Non darmi cibo! Per me è nocivo!». Un animale selvatico nutrito da qualcuno che lo accudisce come un animale d’affezione vuol dire condannarlo perché l’animale perderà l’abitudine a procurarsi il cibo da solo. E sarà destinato a morire di stenti. Inoltre, abituandosi alla presenza umana, aumenterà la possibilità di morire a causa di incidenti. Questo perché si avvicinerà sempre di più alle strade e alle abitazioni. Andando a causare incidenti. L’uomo potrà, inoltre, trasmettergli delle malattie che per noi sono innocue, ma per loro sono molto pericolose. Insomma, è giusto che la volpe continui a temere l’uomo. Perché in questo modo continuerà a faticare per procurarsi il cibo e starà alla larga dalle strade e dalle città.

Tutto questo in un contesto, come quello del Parco del Ticino, che rappresenta un dei territori più antropizzati d’Europa. Basterebbe poco alle volpi raggiungere le città, con tutti i rischi che ne conseguono. «Lasciamo che vivano nel loro contesto naturale – ribadisce Mattia Nocciola – pensando di fare del bene potremmo causare dei danni».

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