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Vittuone come Dublino: i Biglietti Falsi conquistano l’Hi Folks

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VITTUONE – Periferia lo è di certo, la zona industriale di Vittuone. Ed è stato un clamoroso successo periferico quello dei Biglietti Falsi, il gruppo sulla breccia da oltre 25 anni che propone un’alchemica mistura di soul e blues, esaltata dalla potente e aggraziata voce di Silvia Fusè, la cantante più grande della storia moderna in tutto l’est Ticino.

Sabato 23 febbraio tutto esaurito nel locale di Daniele Porta, gente in piedi e successo clamoroso per il ritorno del gruppo, che ha proposto brani di Otis Redding, Aretha Franklin e diversi tratti da The Commitments, il film capolavoro di Alan Parker risalente al 1991 a cui il gruppo speso si rifà (e con grande intelligenza).

Tra il pubblico c’erano anche i fondatori (nel lontano 1987..) dei Gamba de Legn, ossia Giovanni Parini e l’attuale Viceministro all’Economia Massimo Garavaglia, che si sono esibiti in una felice riedizione di ‘A Milano’, brano contenuto nel primo, storico album del gruppo dialettale.

La prova che la qualità (musicale ed artistica) vince sempre la danno questi bravissimi musicisti, tutti o quasi viventi nelle nostre plaghe, che qui vogliamo ricordare uno ad uno:

Silvia Fusé, Voice
Alessandra Vicentini, Voice
Monica della Vedova, Voice
Andrea ”Basetta” Gorlezza, Voice & Guitar
Fabrizio ”Setola” Cassani, Drums
Angelo Stoppa ”Vittorio Basman”, Bass
Davide Garavaglia, Guitar
Roberto Robba Asinelli, piano/hammond
Flavio ”Charlie Persia” Testa, Sax
Daniele Jack Zanenga, Trombone
Andrea Carrettoni, Trumpet

Perché i Biglietti Falsi stanno diventando oggetto di autentico culto? Leggete qui..

Rivisto oggi, a esattamente 25 anni dalla prima release, The Commitments non solo non sembra invecchiato di un giorno – anche perché una delle sue caratteristiche è sempre stata quella di sembrare un po’ fuori dal tempo – ma probabilmente risulta addirittura migliore perché presenta una freschezza, una genuinità, un’energia ma anche un’arguzia che sono merce sempre più rara al giorno d’oggi. La storia di Jimmy Rabbitte, appassionato di musica e aspirante manager, e della sua volontà di creare una soul band in Irlanda, è già divertente nelle premesse e di per sé vincente se accostata a tanta buona musica; ma se il film di Parker riesce ad andare oltre tutto questo, a diventare una parabola per un’intera nazione ed una generazione in cui tutti vogliono essere musicisti (oltre 1000 band suonano a Dublino tutte le sere in una città da mezzo milione di abitanti), è perché alle spalle c’è un autore che di giovani e musica se ne intende.

Sabato è andata talmente bene che non si è neppure presentato Duffy, al bancone, per chiedere le sue 200 sterline al Bologna…

‘Gli irlandesi sono i più negri d’Europa…’

Fab. Pro.

 

“Il successo del gruppo non era importante” (Joseph Fagan, Joey detto Labbra, Fagan..)

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