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Virus, Carlo Sangalli al Corriere: ‘Sostenere negozi e micro imprese’

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MILANO – “Un’azienda obbligata a chiudere per quarantena, che si tratti di un piccolo esercizio commerciale o di un grande megastore, significa azzerare il fatturato. Una situazione limite che non può essere protratta nel tempo, pena l’estinzione dell’attività imprenditoriale”. Così in un’intervista al Corriere della sera il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. “La risposta del governo – spiega – è per ora in linea con il livello di emergenza. Si dovrebbe andare verso la sospensione delle scadenze contributive e fiscali, l’estensione del Fis (Fondo integrazioni salariali) alle micro e piccole imprese e l’attivazione della Cassa in deroga per le altre. Inoltre è importante il confronto con il sistema bancario per arrivare a una moratoria anche sul versante dei mutui”. Regione Lombardia ha disposto la chiusura dopo le 18 di tutti i luoghi commerciali di intrattenimento e svago, si può parlare di coprifuoco? “É una misura di prevenzione più flessibile della quarantena ma che va ad incidere pesantemente su una situazione economica già difficile per migliaia di imprese – afferma -. Ed è fondamentale che anche queste imprese rientrino nel sostegno eccezionale che sta mettendo in campo l’esecutivo. Resta un po’ difficile da comprendere perché dopo le 18 si alzi il rischio di contagio. Ma in questa fase è necessario attenersi alle disposizioni decise dalle autorità preposte”.

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