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Dall'archivio:

Violenza sulle donne, il giorno dopo: il sessismo contro ‘quelle’ di destra e il silenzio delle femministe pasdaran. I casi di Laura Ravetto e Carolina Toia

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25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne. Fisica e verbale, come si dice spesso. Psicologica, subdola, sottile. Adesso che è giovedì 26 novembre, noi di Ticino Notizie che abbiamo listato di rosso la pagina Facebook del nostro quotidiano on line- raccogliendo l’invito in tal senso del Comune di Abbiategrasso- ci permettiamo di fare quello che più ci piace. Spezzare il coro, che spesso è insopportabile nel suo essere melenso, e porre la questione del femminismo (e del sessismo) ‘selettivo’. Quello cioè pronto a lanciare strali nel segno del politically correct, delle battaglie Lbgt e di tutte quelle categorie vicine o care al pensiero del femminismo radicale (e di sinistra), disitinguendosi tuttavia per un assordante silenzio nei casi (tutt’altro che isolati) che vedono come vittime, dunque protagoniste, donne e politiche di centrodestra.

E ci riferiamo, nello specifico, a quanto accaduto di recente all’onorevole Laura Ravetto ed al candidato sindaco del centrodestra di Legnano Carolina Toia, uscita sconfitta alle elezioni di settembre (nello specifico, al ballottaggio).

Cominciamo col caso forse più eclatante (perché nazionale), ossia quello successo alla Ravetto, riassunto esemplarmente dal collega Fabio Massa su Affaritalini e Radio Lombardia. Leggete.

“L’altro giorno la Ravetto, onorevole di Forza Italia, passa alla Lega. Natangelo, il vignettista del Fatto Quotidiano, commenta satiricamente mettendo un Berlusconi solo e rammaricato per le prestazioni sessuali passate della Ravetto. Una cosa di una volgarità assoluta. Satira? O porcheria? Sarei più incline alla seconda. Ma di una cosa sono certo: se una minchiata del genere la fanno a destra ci sono le barricate. Ricordo di quando Berlusconi ne infilava una dietro l’altra, di stupidate del genere. Era una sequela infinita di proteste. Tutte giuste, peraltro. Invece su questa cosa di Natangelo, considerato che è la Ravetto, che è di destra, molte insigni esponenti del femminismo milanese sono state belle zitte. Zittissime. Oh intendiamoci, a me la Ravetto sta sul piloro. Eppure i diritti non hanno colore, valgono anche per la Ravetto. A difenderli invece ci si può pensare a giorni alterni, a seconda di chi è la vittima”.

Avete sentito le pasdaran del femminismo levare strali e far volare stracci in difesa della Ravetto? Noi no. Un effetto ‘uditivo’ da deserto dei tartari, per gli amanti di Dino Buzzati.

Il secondo caso, a noi territorialmente più vicino, è quello di Carolina Toia. Giovane donna, già consigliere regionale, avvenente.

Quanto successo(le) ce lo ha riassunto un amico e collega che solitamente usa la leggiadria di una mandria di elefanti in una fabbrica di cristalli, ma che fondamentalmente chi scrive e noi di TN adoriamo forse proprio per questa sua ‘eccentrica’ verve: Christian Sormani da Legnano.

E cos’ha scritto, proprio ieri su Facebook? Leggiamo…

“Benissimo ha fatto Carolina Toia a mostrare alcune delle perle pubblicate da questi ipocriti che oggi festeggiano il 25 novembre nel nome della violenza alle donne.

I nomi li conosciamo un po’ tutti visto che si tratta di gente ben nota in città. Imprenditori, politici, professionisti che conosco molto bene anche io (PURTROPPO) e sulla MIA di pelle.
Quindi è inutile che adesso siccome è il 25 novembre dobbiate fare la parte di quelli che si indignano davanti alla violenza alle donne quando siete stati i primi a pubblicare queste affermazioni VOMITEVOLI nei confronti di una donna, anzi di una ragazza la cui colpa è stata quella di presentarsi come candidata sindaco. Uomini, ma purtroppo anche donne, che dovrebbero sputarsi in faccia ogni volta che si guardano allo specchio”.

 

L’elenco degli insulti SESSISTI nei confronti della Toia, come s’usa dire, è lungo e a tratti agghiacciante. Sino ad una sorta di invito a recarsi lungo la Tangenziale. Indecente oltre ogni confine dell’indecenza.

Melense, retoriche, bolse, spesso vuote (purtroppo). Ieri abbiamo sentito dire che ‘la violenza sulle donne si combatte ogni giorno’. E come no… Non fa una grinza. Purtuttavia, dev’esserci una recondita disparità di trattamento (verbale) e d’indignazione a intermittenza. Offese ed insulti NON sono tutti uguali.

Per le donne di destra, specie se fanno politica, non sussiste la licenza poetica. Ma quella del dileggio sessista. Scusateci, se da tempo immemore- forse in ragione della nostra avversità al ‘common thinking’- ci guardiamo bene dalle divise bolse del ‘coro’, e di certo femminismo strabico o- nel migliore dei casi- miope o persino astigmatico.

Che schifezza (ammantata di falso buonismo).

Fabrizio Provera

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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