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Vinitaly 2018: vino italiano da record, vale oltre 10 miliardi di euro

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VERONA – Il fatturato del vino e degli spumanti in Italia cresce del 5% e raggiunge nel 2017 il valore record di oltre 10,6 miliardi per effetto soprattutto delle esportazioni che hanno raggiunto il massimo di sempre a 6 miliardi (+6%) mentre sono risultate in leggera crescita anche le vendite sul mercato nazionale pari a circa a 4,6 miliardi, per effetto anche dell`aumento dei consumi familiari (+2%). E` quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata al Vinitaly di Verona dove al proprio stand, nel Centro Servizi Arena (corridoio tra i padiglioni 6 e 7) le novità del vino Made in Italy sono protagoniste con la mostra delle esperienze piu` originali dalla vigna alla cantina, dall`imbottigliamento all`etichettatura ed è stata esposta la prima top ten dei vini che hanno messo a segno il maggior tasso di crescita delle vendite nel 2017.

Nel 2017 rispetto all`anno precedente le vendite hanno avuto un incremento in valore del 4% negli Usa che si confermano il primo cliente, seguiti dalla Germania dove la crescita è dell`1% e dal Regno Unito dove l`export aumenta del 6%. A preoccupare per il futuro sono le eventuali misure neoprotezionistiche del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che potrebbero scaturire dalla guerra dei dazi ma anche dalla Brexit con l`uscita della Gran Bretagna dall`Unione Europea. Anche se i valori sono ancora limitati, a far ben sperare sono i mercati dove la crescita è percentualmente maggiore come la Cina con un +29%, ma è da segnalare la Francia che, con un aumento del 9%, si colloca al sesto posto tra i maggiori acquirenti, anche a conferma del livello di qualità raggiunto dal vino italiano.

L`export di vino italiano in Francia sfiora i 170 milioni di euro nel 2017 e praticamente raddoppia (+92,3%) negli ultimi 10 anni mentre nello stesso periodo al contrario gli arrivi nella Penisola dai cugini d`oltralpe sono crollati del 14% in valore spingere il successo del Made in Italy – sottolinea la Coldiretti – è soprattutto la riscossa, contro lo champagne, delle bollicine nazionali con le esportazioni in Francia letteralmente esplose del 276% in valore nel decennio, per un importo attuale di oltre 45 milioni di euro.

Lo spumante è stato il prodotto che ha fatto registrare la migliore performance di crescita all`estero con le esportazioni che, con un aumento del 14% rispetto all`anno precedente, hanno raggiunto il record di 1,36 miliardi di euro. Nella classifica delle bollicine italiane più consumate nel mondo ci sono nell`ordine il Prosecco, l`Asti, il Trento Doc e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese.

Per quanto riguarda le destinazioni, la classifica è guidata dal Regno Unito con circa 410 milioni di euro e un incremento del 12% nel 2017 ma rilevanti sono anche gli Stati Uniti con circa 296 milioni e un aumento del 16% in valore. In ogni caso l`aumento piu` importante tra i primi dieci importatori è in Russia dove le bollicine Made in Italy crescono del 33%.

L`Italia, nonostante una produzione stimata intorno ai 40 milioni di ettolitri cioè il 26% in meno rispetto all’anno precedente, ha conquistato nel 2017 – sottolinea la Coldiretti – il primato mondiale davanti ai cugini francesi. Si sta realizzando – spiega la Coldiretti (www.coldiretti.it) – un riposizionamento globale della produzione tricolore che diminuisce in quantità ma aumenta in qualità con oltre il 70% dedicata a vini DOCG, DOC e IGT con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola.

Il calo della produzione e l’addio ai voucher ha inciso pesantemente sull`occupazione anche se si stima che il vino abbia offerto durante l`anno opportunità di lavoro ad un milione e duecentomila persone (-8%) tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell`indotto che si sono estese negli ambiti piu` diversi: dall`industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall`enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall`editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi). Secondo uno studio della Coldiretti la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura, 2) industria trasformazione, 3) commercio/ristorazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) trasporti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/divulgazione, 12) enoturismo
13) cosmetica, 14) benessere/salute con l`enoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità, 17) informatica, 18) bioenergie.

“Il vino italiano è il prodotto agroalimentare piu` esportato all`estero dove ormai sono stappate la maggioranza delle bottiglie Made in Italy” ha affermato il presidente della Coldiretti nel sottolineare che “il settore è cresciuto scommettendo sulla sua identità, con una decisa svolta verso la qualità che rappresentano un modello di riferimento per la crescita dell`intero agroalimentare nazionale”.

(fonte: Coldiretti-Askanews)

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