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Villa Cortese: ancora vandali all’opera

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VILLA CORTESE – Non solo una scritta, ma l’enunciazione di una filosofia precisa: “Muri puliti, popoli muti”.

Al di là dell’enunciazione di principio, per la quale è stato usato come lavagna uno dei muri che delimitano i servizi igienici del parco di Villa Cortese posto di fronte al Comune, conta rilevare come l’asserzione dell’ignoto autore strida con la decisione di affidarla alla scrittura in  quel punto: scrivere muri puliti su un muro che prima era immacolato sa infatti di beffa. Ma al filosofo di spicciolerie varie si può riconoscere, se non proprio un grande ossequio al senso civico che imporrebbe di non lordare spazi di tutti, almeno un filino di coerenza rispetto al suo pensiero: “Muri puliti, popoli muti”.  

Forse che allora, per fare capire quanto si ha nella mente e nel cuore, si debba scrivere su ogni muro che capiti a tiro? E un popolo che non scriva sui muri è condannato a restare muto, cioè a non parlare più e a non evolversi? Filosofia bizzarra ma in fondo originale. Che, per uscire allo scoperto, ha scelto un muro come tanti di un paese di seimila anime in uno spazio che però è frequentato da diverse persone, piccoli e quanti li accompagnano. Al fianco di quella manifestazione di libero pensiero, due scritte: una che ha un grado di comprensibilità pari a quello di un geroglifico egizio, l’altra in inglese “fuck the system”, letteralmente traducibile in “fotti il sistema”.

Quale sistema, forse l’ignoto autore ce lo spiegherà in un secondo momento. O forse ha già usato un altro muro per “articolare” il suo pensiero. Ma la domanda esce dalla penna in modo spontaneo: si è davvero sicuri che, se proprio proprio si voglia fottere un sistema, la soluzione sia fare gli scribacchini su spazi pubblici? Cosa ne trarrebbe mai il mondo in valore aggiunto? Ciò che è certo è quanto ne trae il Comune: necessità di dover sborsare denaro di tutti per dover ripulire.

 

Cristiano Comelli

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