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Dall'archivio:

+Vigevano, sempre clamoroso come al Cibali: la giunta Ceffa resta in sella. Contrordine, compagni

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VIGEVANO  Qualche ora fa ho avuto conferma che il Consiglio Comunale di #Vigevano non è sciolto e il Sindaco continua a fare il Sindaco, come d’altronde ho continuato a fare anche in questi ultimi due giorni piuttosto complicati.
Mi scuso con tutti per non aver parlato fino ad ora ma volevo evitare, in un momento così delicato, di fare dichiarazioni, senza avere tutti gli elementi necessari per farlo con cognizione di causa. Altri lo hanno fatto, con i risultati che abbiamo visto.

Ringrazio le tantissime persone che mi hanno espresso grande solidarietà e vicinanza in questi giorni e continuiamo quindi a lavorare nel solo interesse della città e del bene comune.
Dopo 48 ore di clamorosi colpi di scena, dalla città ducale ne arriva uno se possibile ancora più roboante: dal post che il sindaco Andrea Ceffa ha scritto su Facebook si ricava la NON decadenza di giunta e Consiglio comunale. Così avrebbe detto la Prefettura di Pavia, l’organo deputato a sbrigare la complicata matassa, al primo cittadino.
Clamore dopo clamore, specie considerando quanto successo al  capogruppo di Fratelli d’Italia, Riccardo Capelli, che nella notte tra martedì e mercoledì aveva fatto marcia indietro e avea inviato con posta elettronica certificata la comunicazione della revoca della sua firma. Una procedura che alle opposizioni (più i consiglieri ribelli) tuttavia non era parsa corretta: centrosinistra e sodali pensavano che le firme dessero il via allo scioglimento del Consiglio comunale. Ma la giornata si è dipanata attorno al “giallo“ della tredicesima lettera di dimissioni che è risultata mancante e che era stata ritrovata solo nel tardo pomeriggio.
Come riportano i nostri colleghi e partner di Milano Pavia Tv, due le motivazioni addotte dal prefetto per non considerare valide le 13 dimissioni. La prima è la mancanza del documento originale delle dimissioni di Riccardo Capelli (sparito durante i momenti convulsi vissuti mercoledì mattina all’ufficio protocollo). La seconda è la presa d’atto della manifesta volontà di Capelli di non procedere con le dimissioni, manifestata prima via pec, poi verbalmente all’ufficio protocollo e infine con atto certificato da un notaio.
E ora, dopo l’espulsione della Lega dei due consiglieri ribelli, sindaco e giunta rimangono in carica, anche se con un solo teorico voto in più in seno al Consiglio comunale. Che tuttavia basta. Almeno per ora. 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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