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Vigevano Malpensa, il silenzio complice e imbarazzato del PD di Magenta (ed anche le colpe di Lega e cdx)

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MAGENTA – “Prima di scrivere queste righe abbiamo controllato con dovizia di particolari le pagine e i profili  social del PD Magenta, nonché, dei suoi più insigni rappresentanti, anche di chi oggi ha annunciato di lasciare il Consiglio comunale cittadino ma che, malgrado l’avanzamento professionale – di cui ci siamo giustamente congratulati – ha un forte legame con questo territorio. Non fosse altro perché è il responsabile enti locali del PD per l’area metropolitana. Ebbene non una riga, anche dal capogruppo Enzo Salvaggio, nonché candidato Sindaco in pectore del centrosinistra, rispetto alla sconsiderata (a nostro avviso) e poco rispettosa delle comunità dell’est Ticino, decisione del Ministro De Micheli di cancellare con un tratto di penna il progetto della Vigevano Malpensa.

Eppure, sulla pagina del PD di Magenta si può trovare davvero di tutto, anche il ricordo della ‘vittoria’ incassata qualche anno addietro rispetto alla modifica del regolamento comunale per la celebrazione dei matrimoni e delle unioni civili… con tanto di * perché fa più politicamente corretto.

Di un tema che invece riguarda migliaia di persone, dell’economia di un territorio già in profonda crisi, nonché, della salvaguardia dell’ambiente – andare a chiedere ai residenti di Ponte Nuovo – manco una dichiarazione di facciata. Un silenzio quello dei Dem magentini che evidentemente è tra il complice e l’imbarazzato.

 

Razzano e Pietro Bussolati

Da un lato, è la dimostrazione che la politica locale, anche quando dovrebbe essere onesta intellettualmente, deve piegarsi alle logiche di palazzo, alla giacchetta che si indossa. Dall’altra parte, comprendiamo benissimo anche il loro imbarazzo e, quindi, il silenzio. Non è la prima volta, d’altronde, che vengono trattati come “merce di scambio”, rispetto ai loro alleati pentastellati. Ci ricordiamo ancora con dovizia di particolari la telefonata che qualche mese fa, avemmo con il loro Consigliere regionale Pietro Bussolati. Il quale esordì dicendo che all’epoca – si spera che nel frattempo si sia meglio informato e abbia studiato il nostro territorio  – non conosceva nei dettagli la questione. Su quello in effetti fu onesto. Ammise che di problematiche tipo la circonvallazione di Robecco sul Naviglio che attende da decenni o del fatto che un ponte malandato sul Naviglio sia l’unico collegamento attuale verso l’Abbiatense, beh, in effetti, sapeva ben poco. Ma quelli erano gli ordini di scuderia. 

La colpa era della Lega e di Massimo Garavaglia che avevano spinto su quel progetto ma loro, quelli del PD, erano sempre stati dalla parte del progetto di Città Metropolitana, ovvero, della riqualificazione dell’esistente. Che vuole dire tutto e niente. Vabbè. Prendiamola per buona. Così come il fatto che un’Amministrazione, quella di Marco Invernizzi, per coerenza preferì perdere un pezzo di maggioranza (Rifondazione Comunista Cantiere Alternativo Giovani) che da sempre era fiera oppositrice di quella infrastruttura, invece, a parere nostro strategica per lo sviluppo e la vivibilità del territorio. Sembra storia vecchia, eppure, è storia recentissima. Basta chiedere a Marco Invernizzi, all’epoca sindaco di Magenta.

Una persona che stimiamo perché intellettualmente onesta e che intervisteremo sull’argomento a brevissimo. Di sicuro lui, fuori dagli schemi di partito, lontano dalle consegne del silenzio da rispettare, costi quel che costi, ci esporrà un pensiero franco e chiaro su una vicenda sulla quale il PD locale sta perdendo letteralmente la faccia.

Ultima parentesi, perché non vogliamo fare sconti a nessuno: è vero, anche la Lega almeno in sede romana, non è esente da colpe. In primis, ha la responsabilità più grande, quella di aver creato il ‘mostro’ politicamente parlando: vale a dire il Movimento 5 Stelle al governo, con un matrimonio contro natura. In secondo luogo, non vigilando – e questa è la colpa non meno grave a parer nostro – quando lo avrebbe potuto fare, rispetto al corretto iter  di avanzamento della Superstrada, considerato che all’epoca a Palazzo Chigi con i 5 Stelle c’erano ancora loro con i loro Ministri e non.  Risultato: l’est Ticino ancora una volta fermo al palo”.

 

Fabrizio Valenti

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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