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Vigevano/Malpensa, Andrea Sala: “C’è una regia precisa da parte di chi non vuole la strada”

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VIGEVANO PV –  Chi ha interesse a non realizzare o comunque a bloccare il progetto della Vigevano Malpensa? Andrea Sala, sindaco di Vigevano della Lega è persona schietta che non le manda certo a dire. E’ uno dei primi cittadini che ha seguito l’intero iter procedurale, che ha partecipato a diverse riunioni romane dalle quali, per la verità, si era tornati carichi di speranze (-vedi la foto in evidenza con l’on.le Massimo Garavaglia collega di partito). Ma che finora si sono rivelate solo tali. E’ per questo motivo che a margine della conferenza stampa di stamani gli abbiamo chiesto che idea si sia fatto su questa vicenda. Una vicenda infinita ma che ad un certo punto pareva aver preso la giusta piega.

Anche perché in definitiva almeno fino all’agosto del 2019, pur conoscendo benissimo quale fosse la posizione di Toninelli e compagni grillini sulle infrastrutture, la Lega era al governo e contava anche pezzi da novanta, vedasi il vice Ministro Massimo Garavaglia, già potente Assessore all’Economia di Regione Lombardia. Epperò, tutto ciò non è bastato. Un vizio procedurale, il Ministero dell’Ambiente che si mette di mezzo, il ricorso al TAR e la frittata è fatta. Una beffa bella e buona se poi si pensa che la strada anche nel dispositivo dei giudici amministrativi viene considerata a tutti gli effetti utile, per non parlare del fatto che Regione Lombardia l’abbia inserita tra gli interventi strategici in vista delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026. E allora che cosa non funziona? Perché siamo alle solite?

“Beh – ha esordito Sala – diciamo che fin dall’inizio i 5 Stelle si sono inventati quello studio sui costi benefici, quello studio su tutte le opere del Paese,  che era una chiara indicazione a volere tirare per il lungo le cose. Indubbiamente c’è un collegamento tra il territorio e Roma, molto puntuale. Escono dichiarazioni che talvolta anticipano quello che poi avverrà in sede ministeriale. Insomma, non c’è che dire ‘quelli del No’ sono organizzati bene sotto quest’aspetto e mettono a segno ogni possibile tecnica dilatatoria che hanno nel loro vasto repertorio”.

Già perché alla fine se di questa strada di sta parlando dall’inizio degli anni 2000, quando, sul piatto c’erano oltre 400 milioni di euro, con il gioco dei veti e contro veti, per forza di cose, la strada poco alla volta diventa non più attuale (è la teoria sostenuta anche dai compagni del PD). Prova ne è che denaro sonante alla mano di quei 400 milioni di euro, sul piatto oggi ne sono rimasti poco più che la metà. Ma che sono lì da spendere, così come dovrebbero arrivare soldi freschi dall’Europa che potrebbero essere almeno in parte, se ci fosse la volontà politica, messi su questo capitolo. Una posta importante che consentirebbe di inserire nuovamente nel progetto quella tratta B (tanto per capirci il collegamento con Milano Baggio) poi stralciato per mancanza di fondi.

Sala non parla di “lobby” vera e propria contro la strada ma lo fa intendere. Come fa intendere sommessamente che i due comuni di Albairate e Cassinetta evidentemente siano organizzati su questo fronte ed evidentemente godano di buone relazioni nella capitale.

Un saldatura tra la politica e qualche operatore economico a cui la strada così com’è è indigesta,  e che evidentemente non ha piacere a veder transitare nelle proprie vicinanze un progetto atteso da anni e che ridarebbe competitività all’est Ticino che diversamente rischia di morire lentamente. Di nomi e cognomi ovviamente non se ne fanno. Ma ognuno si può fare un’idea della situazione descritta lucidamente da Sala con dovizia di particolari e aneddoti altrettanto interessanti.

“Non posso fare certo io nomi e cognomi – conclude il sindaco della città ducale – però, basta dare un’occhiata anche alla rassegna stampa, ad alcune uscite da parte di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, ad alcune riunioni che vengono organizzate in questi paesi con il beneplacito della Città Metropolitana, dove l’organizzazione messa in campo è notevole: dagli avvocati fino agli addetti stampa…..c’è una macchina che lavora senza sosta”.

In ultima analisi, il Sindaco di Vigevano fa intendere a chiare lettere come ci sia una sorta di ‘sistema’ contro la Vigevano Malpensa. Che mette insieme parte della politica e una parte della burocrazia con il risultato di ‘cambiare tutto per cambiare niente’.

Perché quello su cui tutti sono concordi a partire dal Sindaco di Robecco sul Naviglio, Fortunata Barni, è che l’alternativa di Città Metropolitana,  – spalleggiata da un Partito Democratico, che sulla partita della Vigevano Malpensa in questi anni sta tenendo una posizione da Giano bifronte quanto meno discutibile – sia solo un grande bluff.  “Ma di quale riqualificazione dell’esistente stiamo parlando??? Di collegamenti vecchi quaranta o cinquant’anni? Di ponti costruiti nell’Ottocento??? Decidere significa assumersi le responsabilità di prendere anche provvedimenti magari impopolari ma che vanno nella direzione del bene di un territorio. Non si può far contenti tutti, però, così qui stiamo morendo poco alla volta”. Parole della Barni e che facciamo nostre. Ma soprattutto, aggiungiamo noi, c’è qualcuno che sta concorrendo colpevolmente al declino economico dell’est Ticino, quasi col sorriso sulla bocca. Dimenticandosi che qui c’è gente con una propria dignità, imprenditori che hanno sempre messo del loro, rischiando in prima persona e che nel loro DNA non hanno l’assistenzialismo borbonico, né tanto meno, la speranza di tirare a campare con qualche bonus strombazzato, ma a volte anche un po’ ‘farlocco’. La “decrescita infelice” non fa parte della storia e dell’identità della nostra terra.  

 

Fabrizio Valenti

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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