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Vigevano e il giallo della scomparsa Filippo Incarbone: “E’ stato ucciso a martellate”, in manette due persone.

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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VIGEVANO PV – Lo scorso 29 gennaio un uomo si è presentato negli uffici della stazione Carabinieri di Vigevano denunciando la scomparsa del fratello Filippo Incarbone, che non dava più notizie di sé da circa un mese. Immediatamente sono state attivate le ricerche. Già il giorno 27 a seguito di segnalazione di scomparsa da parte dei parenti i carabinieri hanno contattato vicini di casa e conoscenti e si sono recati presso i pronto soccorso di Vigevano, al fine di verificare se avesse avuto problemi fisici; inoltre hanno ispezionato accuratamente l’abitazione dell’uomo. Da questi primi accertamenti non è emerso alcun indizio.

Incarbone svolgeva, a detta del fratello, saltuariamente la professione di autista in Milano ed i vicini di casa raccontavano che spesso si allontanava dal domicilio senza mai precisare la sua destinazione; infatti durante la prima decade del mese di gennaio sono stati costretti a chiamare i vigili del Fuoco e le Forze dell’Ordine per il suo cane abbandonato in casa che abbaiava insistentemente e hanno dedotto che si era allontanato per alcuni giorni come suo solito.

Il fratello ha aggiunto alla sua narrazione che il fratello era spesso in ristrettezze economiche e che ogni tanto gli prestava del denaro, circostanza che è emersa anche agli investigatori che ben presto hanno accertato che non di rado gli amici gli pagavano le bollette.

 

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Tutti elementi che la Sezione Operativa e la Stazione Carabinieri di Vigevano hanno preso come indicatori di fatti ben più gravi rispetto alla scomparsa dell’uomo denunciata dal fratello e pertanto hanno iniziato ad indagare tra le frequentazioni vigevanesi di Filippo.

A poco a poco sono emerse con alcune persone già note alle forze dell’ordine. Tra questi è emersa la figura di un 31enne residente in città, descritto come persona violenta e dedita agli stupefacenti che amava circondarsi di persone indebitate con lui.  Filippo Incarbone era succube di quest’ultimo, dal quale dipendeva probabilmente per il consumo di stupefacente che non riusciva a pagare poiché disoccupato; per questo motivo è stato trattato male al limite della schiavitù; a titolo di esempio veniva utilizzato dal 31enne per fare le pulizie in casa e come autista a suo piacimento.

Tra il 9 e il 10 febbraio gli investigatori della Compagnia di Vigevano hanno acquisito una serie di testimonianze sia di imprenditori della zona, che hanno dichiarato di essere taglieggiati e minacciati dal 31enne e di esserne terrorizzati dalle sue continue minacce e comportamenti vessatori e persecutori, nonché da altre persone che confermano quest’indole violenta.

Pertanto gli investigatori hanno in brevissimo tempo isolato la cerchia di persone che ruotavano intorno al 31enne. Quelle che hanno avuto un ruolo nella scomparsa di Filippo Incarbone sono state identificate in un 43enne di Vigevano utilizzato come autista e un 47enne, residente in città, dedito al consumo di stupefacenti.

Le indagini sono terminate nella notte dell’11 febbraio dopo che i militari della Sezione Operativa hanno avuto la certezza che il 31enne aveva brutalmente ucciso Filippo Incarbone colpendolo ripetutamene in varie parti del corpo con un martello da muratore per poi occultarne il cadavere con la complicità del 43enne.

Dalla ricostruzione dei fatti emergeva che il 43enne la vittima e il 31enne si erano riuniti nell’abitazione di quest’ultimo che, iniziava ad insultare Incarbone pretendendo del denaro che gli doveva e lo colpiva con un martello provocandogli la morte e si è poi disfatto del cadavere con l’aiuto del 43enne caricandolo sulla sua auto e trasportando il cadavere in zona “Ramo delle streghe” per poi gettarlo nel Ticino.

Durante le attività d’indagine i militari, a conferma della suddetta ricostruzione, hanno identificato anche un testimone oculare, che aveva visto i due soggetti trasportare di notte la salma dall’abitazione del 31enne a una autovettura poi risultata in uso al 43enne

Il 43enne condotto presso la caserma di Via Castellana ha ammesso le proprie responsabilità ed è stato sottoposto a fermo d’indiziato di delitto. Contestualmente nella tarda serata del 10 i militari hanno rintracciato il 31enne mentre viaggiava a bordo di un’autovettura condotta da un suo amico. Accompagnato in caserma l’uomo ha ceduto all’amico una dose di eroina ma è stato sorpreso dai militari che hanno sequestrato lo stupefacente e hanno al fermo di indiziato di delitto.

I militari operanti hanno proceduto inoltre al sequestro dell’abitazione del 31enne e di due autovetture che a vario titolo si ritiene siano state utilizzate per commettere l’omicidio. Autoveicoli che verranno messi a disposizioni del RIS di Parma per i dovuti accertamenti scientifici.

Nel prosieguo delle attività di indagine i Carabinieri della Stazione di Vigevano, hanno acquisito altresì elementi di responsabilità nei confronti del 31enne e di un’altra persona vigevanese 35enne, in relazione a un episodio di estorsione nei confronti di un imprenditore della zona.

Sulla scorta degli elementi acquisiti il 31enne è stato deferito all’autorità giudiziaria per i reati di omicidio volontario, distruzione di cadavere, estorsione, rapina, spaccio di sostanze stupefacenti e il suo complice 43enne per i reati di omicidio volontario e distruzione di cadavere.

Attualmente i due uomini sono trattenuti nel carcere di Pavia in attesa dell’interrogatorio di garanzia da parte del GIP, mentre continuano le ricerche del cadavere nel Ticino che fino ad ora hanno dato esito negativo.  Contributo tratto dal sito partner www.vigevano24.it

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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