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Dall'archivio:

Vi raccontiamo Fabrizio Cecchetti da Rho, il figlio del ‘prestine’ arrivato al potere mantenendo i piedi per terra

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RHO- MILANO  Sono nato il 3 dicembre 1977 a Rho (MI). Nel 1993 ho iniziato ad appassionarmi per la Lega Nord, nel 1996 ne sono diventato militante e nel 1998 sono stato eletto consigliere comunale a Rho. Indipendentista da sempre, negli anni ho condotto Radio Padania Libera, ho collaborato con la rivista Angeli Press, pubblicazione del terzo settore e del volontariato sociale, e ho “battuto” tutte le università del Nord alla guida del Movimento Universitario Padano. Nell’aprile 2005 con 6.751 voti vengo eletto consigliere regionale per il Carroccio nella circoscrizione di Milano. In quella Legislatura regionale sono stato componente della Giunta delle Elezioni, Vicepresidente della Commissione Affari istituzionali e poi, a partire dal luglio del 2008,  Presidente della Commissione Bilancio e Programmazione . Nel 2010 vengo rieletto con oltre 10 mila preferenze e riconfermato come  Presidente della Commissione Bilancio e Programmazione.  Nella seduta del 8 maggio 2012 sono stato eletto Presidente del Consiglio regionale della Lombardia. Alle elezioni regionali del 2013 vengo ancora una volta rieletto con 4.482 voti e in seguito sono stato eletto Vice Presidente del Consiglio regionale della Lombardia. In occasione delle elezioni politiche del 2018, sono candidato ed in seguito risulto eletto alla Camera dei Deputati per la XVIII legislatura della Repubblica Italiana. Durante l’ assemblea del 14 giugno del Gruppo Lega riunita a Montecitorio, sono stato nominato Vicepresidente Vicario del gruppo alla Camera dei Deputati. 

Cecchetti identitario.. e catalano

Eccola, la biografia politica di Fabrizio Cecchetti da Rho, 43 anni, marito di Laura e padre di un bellissimo bambino che da grande diventerà la copia spiccicata di Ralph Malph. 

Un rhodense con solidissimi legami ed addentellati politici nell’Est Ticino, dove vivono e operano molti suoi pretoriani, di cui parleremo dopo.

Lo conoscemmo la prima volta nel 2005, al Festival celtico di Marcallo, neo eletto in Regione ad appena 27 anni, al concerto di Davide Van De Sfroos. Dove il sottoscritto e Giovanni Parini detto Joepa, leader dei Gamba de Legn, arrivammo in tempo per sentire ‘grazie a tutti, è stato un bellissimo concerto’ (finito).

Da allora il Cek, com’è universalmente noto tra le sue schiere di pasdaran-tupamaros del Carroccio, ne ha fatta di strada. Mantenendo sempre, e siamo modestamente convinti sia la sua indiscutibile forza, una capacità proverbiale e invidiabile di tenere i piedi per terra.

 

Cecchetti e i suoi pretoriani: Corbetta, Grittini

Chi come noi bazzica i corridoi della politica, e volge ormai verso l’imbiancamento della cute, sa benissimo che ci sono assessori di Comuni del tutto irrilevanti che assunta una carica istituzionale si comportano, atteggiano e pensano di essere Barack Obama, quando in realtà non contano un cazzo.

Cecchetti no: per indole personale, carattere forse, ma crediamo anche perché da persona intelligente sa quali sono i rischi del mestiere, il Cek non è mai cambiato nei 16 anni (ormai) di conoscenza e frequentazione.

Sarà anche per storia personale e familiare: Cecchetti è figlio della borghesia lombarda e milanese, operosa e lavoratrice. Figlio di prestinè (se non capite, siete dei giargiana….), ha passato del tempo dietro il banco a dispensare michette e francesi, in passato ma anche di recente. E questo, come antidoto, conta e non poco.

Quando Matteo Salvini raccoglie una Lega esanime, precipatata al 4% e travolta dagli scandali, sceglie di costruire una falange simil tebana di fedelissimi: i vari Morelli, Bolognini, Iezzi, il nostro Curzio Trezzani da Boffalora (che guarda caso, e non a caso, vola a presidiare il Pirellone mentre il Cek prende un volo per ora di sola andata per Roma), Alessandro Corbetta, altri fra deputati e senatori. Poi arriveranno i Gianmarco Senna, gli Andrea Pasini, diversi assessori regionali (non tutti), deputati e senatori.

E ovviamente lui, il Cek. Che nel 2018, dopo 13 anni, ‘emigra’ dal Consiglio Regionale alla trincea del Parlamento. Non sceglie o non vuole posizioni di Governo, nel Conte I. Si insedia sulla potente e delicata sedia di vicecapogruppo della Camera, al fianco del vero, autentico astro nascente della Lega negli ultimi anni: Riccardo Molinari, classe 1983, enfant prodige di Alessandria, che a 27 anni è capogruppo del Carroccio in Regione Piemonte e a 35 arriva a Montecitorio, da dove raccoglie consenso ed attenzione mediatica, fino a far parlare di sè come possibile ministro del governo Draghi. Ma alla fine a palazzo Chigi arrivano i giorgettiani, che sono cosa diversa (benché complementare) dai salviniani.

I salviniani, gli amici di Matteo, i pasdaran del Capo: chiamateli come volete, ma nella geogragia della Lega, primo partito italiano, queste persone (quasi tutte di età compresa tra 35 e 45 anni) contano, e parecchio.

Il passaggio da Paolo Grimoldi (non esattamente un ortodosso del rito salviniano) a Fabrizio Cecchetti avrà, nel breve e nel medio periodo, conseguenze NON irrilevanti. Sono le regole di un grande gioco, la politica, nel quale le buone maniere spesso sono bandite, e dove NON si fanno prigionieri, soprattutto in ossequio alla legge di Matteo Spigolon: il peggior nemico di un politico è quello che gli siede a fianco, nel suo stesso partito, e mai l’avversario o l’esponente di un ALTRO partito.

Quindi, a pochi mesi (non si sa quanti) dalle elezioni comunali di Milano, Busto Arsizio, Varese, Sedriano, Corbetta, le tessere del mosaico andranno gradualmente a ricomporsi.

Zanzottera ‘l’alto burocrate’ (a sx) e Mazzeo il Pasdaran (a dx)

I salviniani, passo dopo passo, saranno ancora più influenti. A chi contesta questo modus operandi, forse, andrebbe semplicemente ricordato che anche con 10 punti in meno rispetto al Papeete di agosto (2019), oggi la Lega di Salvini naviga tra il 24 e il 26%, con un Pd che ormai pare sotto il 20% e i Cinque Stelle in caduta a precipizio. Se quindi Salvini ha delle colpe (e sicuramente ce le ha), cosa si dovrebbe dire di Nicola Zingaretti e di Vito Crimi, caso in cui (questo) è come sparare su una conventicola di crocerossine?

Casomai, in questa fase, anche in Lombardia (e non solo a Roma) sarà la ‘concorrenza’ interna con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia a diventare ‘potenzialmente urticante (per entrambi).

Ma siamo certi che Fabrizio Cecchetti, anche in questa nuova e importante veste, manterrà il suo aplomb. I salviniani del Ticino sono interessanti, anche a livello sociologico: si sposano o si fidanzano (non tutti, ma quasi) con militanti leghiste (tornando al tempo in cui ‘anche il privato diventa politico’), come accade a lui o ai giovani turchi Alessio Zanzottera, Riki Grittini, Yuri Garagiola, il già citato Alessandro Corbetta, non Luca Mazzeo (che gioca a fare il giovane Provera, anche perché in effetti l’originale ormai è prossimo non alla terza età ma quasi…).

I pasdaran di Cecchetti e Trezzani sono buontemponi, si trovano spesso e volentieri al bar Colombo di Pontenuovo di Magenta (dove, anche per merito di Provera e della sua segnalazione fatta in tempi non sospetti a Chicco e Gigi Colombo si bevono ottimi gin tonic…), fanno gruppo e squadra.

Fabrizio Cecchetti, che oltre alla roccaforte rhodense ha nel Magentino-Abbiatense e nell’est Ticino il più solido e datato bacino di voti, amicizie e fedelissimi tupamaros, consolida la propria posizione ai vertici del primo partito italiano.

Salvini, Giorgetti, Molinari, Cecchetti… Il cerchio magico, la vera leadership, è questa. 

Ma siamo altresi certi che anche adesso Fabrizio Cecchetti NON si farà avvincere dal potere oscuro dell’anello di Sauron, del Potere che corrompe l’animo dell’uomo. Glielo auguriamo, da amici (quale siamo) che sono ormai storicamente simpatizzanti di un partito nazionalista.. ma identitario. Gli auguriamo altresì di mantenere sempre la semplicità.. da figlio di prestiné.

So long per te, Cek. Comincio a mettere sul tuo conto il primo dei miei dieci Gin Tonic dal Chicco…

Fabrizio Provera

 

 

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