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Vanzaghello – Lourdes: così lontani, così vicini (nonostante il Covid)

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

VANZAGHELLO –  Vanzaghello e Lourdes, Lourdes e Vanzaghello.  Un legame che, negli anni, si è sempre più cementato. E che affonda le radici nei primi anni Novanta quando l’allora parroco don Franco Scotti e otto pellegrini, con un pulmino  donato alla parrocchia di sant’Ambrogio, raggiunsero il luogo in cui la Madonna apparve nel 1858 a Bernadette Soubirous. Una tradizione che poi Vanzaghello avrebbe scelto di portare avanti. E che avrebbe voluto proseguire anche quest’anno.

Ma la pandemia lo rende impossibile. L’attuale parroco don Armando Bosani, che per tutti questi anni, insieme con un gruppo di fedeli, si è recato in pellegrinaggio nella città del santuario e della grotta di Massabielle, intende comunque ribadire il legame con la tradizione e, soprattutto , con la sacralità del luogo. A distanza, certo, ma con non minore intensità. “Quest’anno – spiega nell’ultimo numero del bollettino parrocchiale “Il Mantice” – a motivo delle limitazioni non potremo essere presenti a Lourdes, ma il nostro cuore è là, rivivremo , seppur molto modestamente, il rosario serale giovedì 11 febbraio alle 21 presso il parco Mariano di Madonna in campagna , anche con la distribuzione dell’acqua di Lourdes fatta recapitare apposta per l’occasione”.

Seguirà l’accensione simbolica di un cero che racchiuderà, spiega don Armando, “tutte le candele e le preghiere che avremmo voluto recitare là, davanti alla grotta”. E intanto ricorda con emozione i molti pellegrinaggi effettuati in passato. Ognuno di loro racchiude una particolarità. Qualcuno di essi è rimasto un cammeo da fare uscire dalla penna per renderlo dono per tutti. “Dapprima – ricorda – un solo pulmino di nove posti, poi anche qualche auto fino ad arrivare nel 2003 con il noleggio di un pullman perché il numero di richieste continuava inesorabilmente a crescere”. 

Sintomo di una comunità che ha sempre accettato di lasciarsi prendere per mano dalla fede per farsi condurre gioiosamente e senza paura in uno dei luoghi dove essa può rifulgere e compiersi maggiormente. Inizialmente, ricorda ancora don Armando, “era un pellegrinaggio con la presenza di soli uomini, perché così era stato pensato, negli anni, poi, le richieste che aumentavano e altre esigenze organizzative ci hanno portato ad aprirlo alla presenza di tutti”.  Il ricordo più luccicante è legato al 2008.

Fu, quello, l’anno del 150 anniversario della prima apparizione. E Vanzaghello era presente. Una piccola ma orgogliosa goccia in un grande mare di fede sincera e partecipata. “Per l’occasione – ricorda don Armando – hanno partecipato anche alcune famiglie fino ad arrivare a 50 partecipanti, Lourdes in quell’anno era particolarmente vestita a festa, è stato creato il percorso giubiLare con annessa visita ai luoghi di Bernadette, allestito il piazzale esterno della Grotta per la messa all’aperto, poiché la partecipazione a quella celebrazione dell’11 febbraio era qualcosa di incredibile”.

E Vanzaghello si trovava lì, con i suoi molti pellegrini. E così è stato tutti gli anni con le diverse guide spirituali tra cui il parroco vanzaghellese ricorda don Franco, don Ferdinando, don Paolo, suor Emilia e suor Irma.  E l’ultimo pensiero lo fà librare dal cuore per mandarlo lassù, oltre l’ultimo strato di cielo, laddove, conclude, ci sono “i tanti pellegrini che ora staranno sicuramente godendo in cielo la Mamma celeste”.  Sì, Vanzaghello ha creato per Lourdes una stabile dimora del suo cuore. Al di là di ogni pandemia e di ogni trascorrimento di tempo.

Cristiano Comelli   

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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