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UrbanaMente Giovani: il tradimento dall’antichità al tempo del coronavirus

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Siamo entrati in questi giorni nella “cosiddetta fase 2” e ci chiediamo come ripartire, non solo sul piano economico e produttivo, ma anche nell’ambito delle relazioni umane e interpersonali e dunque diventa importante tornare a riflettere su dimensioni quali gli affetti, l’amore, l’amicizia, la fedeltà, il tradimento…

Come sostiene Claudio Magris, in fondo la letteratura,  che da sempre nel mutare delle epoche e delle civiltà parla di tali temi, può essere vista come l’unica scienza esatta inventata dall’ uomo, perché tratta di questi bisogni profondi che non mutano mai, rispetto alla continua evoluzione del progresso scientifico-tecnologico.

Cosa comporta la violazione di un foedus?

Il termine “tradimento” etimologicamente deriva dal verbo latino tràdere, ovvero letteralmente dare, consegnare, mettere in mano. Oggi il verbo e tutti i termini collegati alla sua sfera semantica assumono quasi sempre una valenza negativa, in quanto “tradire” ai nostri tempi significa, in contesti vari e molteplici, venir meno ad un obbligo morale, ingannare una persona, compresi noi stessi, violando la sua fiducia. Per rifarsi al mondo latino, all’epoca era di uso comune dire “Tradire una città, una terra” ad intendere che quella era stata consegnata al nemico a tradimento; addirittura è stato ipotizzato che il qui me traditurus est del Vangelo, riferito a Giuda, abbia accreditato la valenza negativa solitamente attribuita a questo termine oggi.

 

Cosa si intende quindi per tradire? I significati attribuibili a tale termine, a mio avviso, sono veramente infiniti: tradire un amore, un’amicizia, la fiducia di qualcuno, la parola data. Ad esempio credo che la prima riflessione che elaborerei pensando al termine sarebbe con ottime probabilità legata al tradimento in amore, marginalmente in amicizia, e in secondo luogo probabilmente penserei alla violazione della fiducia di un individuo, rivelando un segreto che ci era stato affidato.

Non saprei dire quante volte nel corso degli anni ho visto film, letto libri, ascoltato musica circa il tradimento amoroso e sessuale, se così può essere denominato: si tratta di una tematica estremamente commercializzata, su cui spesse volte, basti pensare anche al mondo dei social, si chiacchiera fin troppo per divertimento o noia. Da sempre ci si domanda perché l’uomo tradisca il proprio partner, perché sia disposto a violare il proprio patto d’amore per avere un rapporto, che sia meramente sessuale o altrimenti di natura più profonda, con un altro individuo: credo che questo succeda perché la coppia non è data in natura, ma è un’invenzione dell’uomo. L’idea della “coppia” ci è stata introiettata fin da piccoli ma non è una realtà obbligatoriamente valida in toto: ad esempio in diverse comunità dell’Asia e dell’Africa è alquanto diffusa la pratica antropologica della poligamia, la quale consente ad un singolo individuo di avere più partner, sia sessuali che amorosi, benché questo non annulli in alcun modo la mancanza di rispetto nei confronti dell’altra persona. D’altra parte amare due persone allo stesso tempo lo trovo impraticabile, ma può essere che questo mio limite mentale sia ancora una volta un retaggio culturale dell’immagine atavica che regna nella psiche di buona parte di noi, secondo la quale vige in amore sempre e solo l’istituzione della coppia.

Passando al tradimento della parola data, questo atteggiamento si ricollega sensibilmente alla violazione di un patto tra due individui, mediante la rivelazione di un segreto che era stato confidato in precedenza: il termine perfidus in latino si rifà etimologicamente alla violazione di un foedus, di un patto, e pertanto con tale termine si apostrofa solitamente colui che ha tradito la parola data, come ad esempio Didone stessa fa con Enea nell’Eneide virgiliana. Psicologicamente risulta più difficile comprendere e analizzare quali pulsioni inducano l’uomo a violare la fiducia altrui in campi che si discostano da quello amoroso: se si pensa per esempio ad un rapporto d’amicizia, che a mio avviso si configura comunque con un legame pur sempre amoroso almeno in parte, non è altrettanto immediato giustificare la violazione del foedus, benché io ritenga che nella maggior parte dei casi un tradimento in questo campo sia quasi sempre legato alla rivelazione non autorizzata di un segreto. Infatti “condividere un segreto è uno dei modi per rafforzare e creare intimità” e  va a costituire tra due o più individui un legame privilegiato che include o esclude rispettivamente chi ne è a conoscenza e chi no; questa dinamica di esclusività trasforma però il segreto in questione in uno strumento di potere che in un tempo minimo può annientare anche l’amicizia più profonda e consolidata da anni. Nel momento in cui un individuo ritiene di aver costruito con un’altra persona un rapporto basato su un’intimità e una sintonia tali per cui può permettersi di correre il rischio di rivelarle un segreto, si vengono a creare delle condizioni che non necessitano di essere esplicitate e che sanciscono un impegno di fedeltà reciproca. Se questa fedeltà viene tradita inevitabilmente viene inflitta una ferita più o meno profonda alla relazione, che si tratti di amore, di amicizia, di lavoro; pertanto chi è stato tradito perde quasi sempre la fiducia nei confronti dell’altra persona e ha spesse volte la percezione che ciò che aveva in precedenza confidato perda valore e importanza, in quanto ora è stato esteso anche ad un altro pubblico ed è svestito di quella esclusività che lo permeava quando ancora era dominio solo di pochi eletti.

La tematica del tradimento, soprattutto amoroso e sessuale, è presente spesso anche nella letteratura di tutti i tempi, come ad esempio si può evincere dalla figura di Elena: è la donna fedifraga per eccellenza della letteratura antica, in quanto aveva tradito suo marito, Menelao di Sparta, con il giovane e avvenente Paride, che la rapì con sé portandola nella sua patria, Troia. Anche nell’Inferno dantesco, nel canto V, è presente il tema del tradimento: infatti la giovane Francesca si macchia di adulterio tradendo suo marito Gianciotto con il fratello di quest’ultimo, Paolo; nonostante la natura della vicenda, i due innamorati non sono però collocati da Dante nel cerchio dei Traditori, bensì in quello dei Lussuriosi, ossia quello di coloro che hanno ricercato le soddisfazioni dei sensi contro ogni regola, abbandonandosi alle loro pulsioni più profonde. Anche ne  Il rosso e il nero di Stendhal si consuma una vicenda di adulterio, in questo caso tra Julien Sorel, giovane precettore di casa Renal, e la padrona di casa. Inoltre non si può passare sotto silenzio la storia travagliata della giovane e seducente Emma presente in Madame Bovary di Flaubert, romanzo in cui la giovane, infelice e frustrata per il noioso matrimonio con il mediocre medico Charles Bovary, è per questo motivo colpevole di intrattenere ben altre due relazioni amorose con altri uomini. O ancora basti pensare ad Anna Karenina di Lev Tolstoj, romanzo in cui la protagonista, Anna, che è già legata in matrimonio ad un uomo che però in realtà non ama, si invaghisce perdutamente del conte Aleksej Vronskij. Un caso di tradimento amoroso più controverso è invece quello de L’esclusa  di Pirandello, in cui una giovane donna sposata, Marta, è cacciata di casa dal marito perché quest’ultimo ha trovato delle lettere inviatele da un ammiratore segreto, di cui la moglie non gli ha fatto alcuna menzione e alle quali però nello stesso tempo non ha mai risposto, ignorandole completamente. Può questo essere considerato tradimento?   Un tradimento altrettanto famoso nella letteratura italiana novecentesca, ma di natura diversa, in quanto si tratta di un tradimento amicale, si trova in Senilità di Italo Svevo: il protagonista  Emilio Brentani si innamora perdutamente di una tale Angiolina, che non solo non ricambia il suo amore, ma addirittura finisce per invaghirsi del più caro amico di Emilio, Stefano Balli, del quale anche la sorella del protagonista, Amalia Brentani, è innamorata; in questo senso Emilio si sente tradito non solo dalla sua amata, ma anche e forse soprattutto dall’amico Stefano, al punto che decide di allontanarlo da casa sua.

 

Oltre a ciò, una realtà sempre più attuale, soprattutto oggi, è la pratica squallida e vile del reverge porn, che in senso lato va anch’esso a configurarsi come un tradimento della fiducia e della parola data: per revenge porn si intende la condivisione pubblica di immagini o video intimi tramite Internet senza il consenso dei protagonisti degli stessi. In alcuni casi, le immagini sono state immortalate da un partner con consenso della vittima, in altri senza che la vittima ne fosse a conoscenza. Il caricamento di materiale sessuale esplicito è solitamente volto allo scopo di vendicarsi dopo la fine di una relazione, andando ad umiliare la persona coinvolta per ritorsione o vendetta. Per questo motivo, le immagini sono spesso accompagnate da sufficienti informazioni per identificare il soggetto ritratto, come ad esempio i nomi o la provenienza geografica; a seguito di ciò in diversi paesi sono stati assunti provvedimenti atti a contrastare il fenomeno: AustraliaGermaniaIsraeleCanadaRegno Unito  e più di metà degli Stati Uniti hanno disciplinato il reato, macchiandosi del quale si può essere accusati, a seconda dei casi, di molestia, violazione della privacydiffamazione e in alcuni casi particolarmente gravi anche di istigazione al suicidio.

                                             

 

 

                    Camilla  Bresciani                      

5^A    Liceo  Classico Quasimodo

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