― pubblicità ―

Dall'archivio:

UrbanaMente Giovani: e tu, per cosa sei nato?

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

La risposta potrebbe bussare alla nostra mente, come il destino bussa alla porta nel famoso motivo iniziale della quinta sinfonia di Beethoven.

Ma a volte “la risposta” si nasconde nella paura di scoprire realmente chi siamo, si confonde tra interessi fasulli e ci illude semplicemente di esserci adagiati in qualche strano posto remoto del nostro inconscio, senza trovare via d’uscita.

Così, sommersi tutti i giorni da stimoli che non riscuotono risonanza emotiva, ci accorgiamo di non riuscire a ritrovarci più.

E questo è il rischio più grande che possiamo correre: sfuocare i lineamenti della nostra identità, rendendola scialba e debole.

Ma abbiamo la possibilità di evitare di perderci semplicemente iniziando a cercare qualcosa di trascendente, che vada oltre alla nostra triste condizione umana che, come una livella, ci rende senza differenze, ricordandoci della nostra mortalità.

Questa volta però, il mondo in cui dobbiamo immergerci è il nostro, slegando i pregiudizi dal nostro animo e ritornando come dei bambini alla ricerca dei perché.

Come dice il filosofo Umberto Galimberti, dentro di noi esiste un daimon, ovvero un demone, che se scoperto e arricchito, porta all’eudaimonia, ovvero, alla buona riuscita del demone.

Con questo il filosofo tenta di dirci che l’unico luogo che dobbiamo perlustrare da cima a fondo è la nostra psiche, perché se impariamo a riconoscere le virtù che ci contraddistinguono, possiamo raggiungere la felicità; non a caso in greco eudaimonia significa proprio felicità.

Siamo stati fortunati a condividere questi anni con un uomo che questo messaggio l’aveva colto e ne aveva fatto tesoro, cercando di trasformarlo in qualcosa che potessimo toccare con mano, o meglio, toccare con animo, tutti.

Quest’uomo è il grande Maestro Ezio Bosso, che con la musica sotto la pelle, ci ha fatto capire quanto sia importante il silenzio attivo, quello delle battute di aspetto, in cui oltre a non suonare devi ascoltare e aspettare il tuo momento per poterti unire alla magia.

Ma senza ascolto la magia svanisce e tutto si riduce all’egoismo dell’egocentrismo umano, senza margine di miglioramento, senza crescita, senza scoperta.

Per questo l’orchestra è un ottimo esempio di umanità: ognuno pensa e si concentra per la riuscita al meglio della sua parte, ma senza la collaborazione, senza fermarsi ad ascoltare il problema del prossimo, l’orchestra cade insieme al proprio studio individuale, che si dissolve senza risolversi, proprio come una cadenza ad inganno.

Nella sua ultima intervista il Maestro parla di respiri, dicendoci di respirare come fosse il primo respiro e come se fosse l’ultimo.

Ci insegna a non perderci neanche un secondo di ciò che viviamo, di tenerci strette le emozioni, i ricordi vivendoli fino a consumarli.

Solo così possiamo conoscere chi siamo e scovare finalmente il nostro daimon, semplicemente vivendo, vivendo di curiosità e abitando la vita.

“Bisogna rendere cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”, cosi diceva Carl Jung, che con grande saggezza parlava di quanto sia importante avere la consapevolezza di ciò che siamo e verso cosa ci stiamo dirigendo, rendendoci, come dicevano i latini, gli unici artefici del nostro destino.

E allora dobbiamo ritornare all’insegnamento del Maestro Bosso, che con grande semplicità ci fa rendere conto che fuori dal nostro essere costantemente attratti da grida, strilli e manie di grandezza, la musica, come la bellezza, ovvero la giusta proporzione tra gli elementi, ci sussurra e delicatamente ci apre lo scenario di nuovi mondi, interni ed esterni a noi, facendoci quasi credere, come diceva Goethe, che il sublime ci appartenga.

Francesca Saliceti 4E Liceo Linguistico Quasimodo

 

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi