― pubblicità ―

Dall'archivio:

Urbanamente: con Andrea Rocchitelli alla scoperta della micropsicanalisi

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

CORBETTA – E’ stato un incontro indubbiamente intrigante quello organizzato dall’associazione Urbanamente e tenutosi martedì sera presso la nuova Sala Polifunzionale di Corbetta. Il nuovo ciclo di appuntamenti del sodalizio culturale fondato tra gli altri da Marco Invernizzi e Daniela Parmigiani, quest’anno pone l’accento sul Tempo. Visto nella sue diverse dimensioni. Non ultima, quella del prendersi del tempo per sé, su cui ha indugiato Andrea Rocchiteli, direttore della Centro medico Santa Crescenzia, ma in questo caso, nella sua veste di affermato micropsicanalista.  Per oltre un’ora Rocchitelli ha illustrato ai presenti il ruolo della micropsicanalisi, facendo anche un excursus storico tra i suoi padri fondatori, vedi Freud e Jung. 

Rocchitelli è partito dalla fase intrauterina in un cui quello che all’apparenza è solo un feto di fatto ha già iniziato la sua vita. Sotto tutti i punti di vista. “La data del nostro compleanno – ha detto il relatore – non è quella in cui veniamo al mondo, bensì quella del nostro concepimento. E’ lì che inizia la nostra storia ed è da lì che iniziamo già a recepire una serie di condizionamenti che si riproporranno nel corso della nostra esistenza”.

Rocchitelli a proposito del tempo ha appunto evidenziato la sua ‘relatività. “Ci sono fatti, episodi che ci erano capitati tanto tempo addietro, magari contrasti coi nostri famigliari, sensi di colpa, che riemergono dal nostro passato, come se fossero successi l’altro giorno”. Da qui anche il ruolo delle sedute di micro psicanalisi caratterizzata dalle cosiddette ‘libere associazioni’.

“Durante le sedute – ha osservato l’esperto – il nostro compito non è quello di giudicare, bensì di accompagnare e di lasciare alle persone il tempo per far emergere quanto affiora dal nostro inconscio. Sono percorsi che possono durare parecchio. Le sedute sono anche di tre ore per volta e si può arrivare ad un totale anche di quattrocento ore. Si crea una complicità un rapporto di complicità che andrà avanti fino al dove e al quando questo cammino ci condurrà”.

Rocchitelli ha rimarcato come il suoi “non siano pazienti”. “Non è corretto definirli così – ha ribadito – ciascuno di noi, magari anche nel momento in cui all’apparenza di sente meglio, può scegliere di intraprendere questo tipo di percorso che è prima di tutto un atto di grande libertà e coraggio”.  Concetti profondi, senz’altro stimolanti, speso lasciati a mezz’aria come deve essere nel compito del micropsicanalista che non è mai quello del “giudice”.  La conclusione affidata alla Parmigiani:  “Noi non siamo così liberi come crediamo. In questa prospettiva s’inserisce l’analisi, il cui obiettivo non è solo conoscitivo, ma anche trasformativo”.  In sala un folto pubblico di giovani che ha poi sviluppato uno lungo e appassionato dibattito.

F.V.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi