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Urbanamente: chiusura in grande stile con Oliva

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MAGENTA – Con l’appello a perseguire la bellezza (il riferimento al Fedor Dostoevskij de ‘L’Idiota’ non è puro caso) il regista milanese Alberto Oliva chiude l’ultima serata della rassegna culturale di UrbanaMente 2019. Lo scorso martedì 9 aprile, è il tempo nel e del teatro a dominare la scena dell’Aula ‘Mariangela Basile’. Aprendo un’altra parentesi: neppure l’uso della parola scena è casuale, perché l’atmosfera è permeata da qualcosa di differente rispetto ai precedenti incontri: che sia la magia del Teatro anche solo quando se ne parla? Di certo, chiusa parentesi, la passione e la concretezza del sapere del relatore giocano un bel ruolo nel tenere e alimentare il coinvolgimento dei numerosi spettatori, proprio come succede quando uno spettacolo funziona. Beh, d’altra parte lui è un regista. Professionista del cui nutrito percorso (Premio Internazionale ‘Luigi Pirandello’, PremioSipario/Associazione Critici di Teatro, fondatore con l’attore Mino Manni dell’Associazioni culturale ‘I Demoni’) dà conto Giulia Radice, mentre Olga Maerna anticipa i punti salienti dell’intervento, avviato con l’indicazione del significato non univoco del termine teatro, “che – precisa Oliva – non può riferirsi soltanto a un luogo, né soltanto a un testo o a uno spettacolo”.

 

Ma veniamo al tempo in questione. C’è quello della Storia del teatro, quello della narrazione teatrale e poi c’è che, unica fra le Arti, il teatro esiste solo nel qui e ora, tempo e spazio ne sono componenti strutturali. Sono le dimensioni in cui avviene il fatto teatrale. “La caratteristica fondamentale e imprescindibile di questa Disciplina è il suo essere dal vivo con la compresenza fisica e immediata di attore e spettatore. Il tempo del teatro è il tempo della rappresentazione”, afferma il giovane regista. E questo è un dato. Però, il teatro va anche oltre lo spazio e il tempo in cui accade. Oliva ricorda le unità Aristoteliche di Tempo, Luogo e Azione cui per secoli si è uniformata la drammaturgia, “scardinate circa centocinquanta anni fa dal nascere della Regia teatrale”. Analizzando alcuni lavori “del grande” Luca Ronconi e partecipando la propria esperienza, esemplifica come ora sia il regista a dettare i tempi della visione di uno spettacolo, “accelerandoli, rallentandoli … manipolandoli”.

Neanche a dirlo, contenuti e forma dell’argomentare stimolano più di una domanda dalla platea, dando luogo a riflessioni interessanti (sull’universalità dei Classici, sul valore della parola, sul nuovismo fine a se stesso …), al richiamo alla bellezza di cui sopra e al sincero ringraziamento per il successo della serata espresso dalla presidente di Urbanamente, Daniela Parmigiani che, pur non preannunciando il tema della prossima stagione culturale, conferma la sicura presenza di Alberto Oliva tra i relatori.

Franca Galeazzi

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