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Dall'archivio:

‘Urban Beat’ arriva in Galleria Magenta

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

MAGENTA –  E’ poi così vero che la periferia è l’anti-città? Questo l’interrogativo che GALLERIA MAGENTA si pone nel rispolverare dal caveau una bellissima tela del Maestro GIUSEPPE BANCHIERI (1927-1994), una delle voci pittoriche più intimiste del Realismo Esistenziale. E d’improvviso la risposta, attraverso le tele di un successore, forse inconsapevole, l’artista RICCARDO LUCHINI, come in un passaggio di eredità.

Nasce così il progetto di una mostra dai risvolti ostici, ma nel contempo illuminanti, che difende e in un certo senso “magnifica” la periferia.

La periferia viene qui descritta come la città del futuro, che pulsa vivida sotto una coltre grigia, simbolo dell’indifferenza, destinata però a scomparire. Perché proprio le periferie, i non-luoghi abitati dalla maggior parte della popolazione urbana, saranno le città che – come afferma RENZO PIANO –  “lasceremo in eredità ai nostri figli” e perciò vanno strenuamente difese, dal momento che sono la palestra “dove si impara e si pratica la convivenza, la tolleranza, la civiltà, lo scambio e la crescita”.

Sono incubatrici di una gioventù motivata al cambiamento e alla rinascita, controbilanciata da situazioni negative, capaci di pungolare il riscatto.

Questa è la testimonianza di Luchini, anche lui un tempo figlio della periferia milanese, di cui conserva ancora tutta l’energia e l’emozione, benchè oggi, docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze, si sia ormai affrancato.

E’ una parte di mondo di cui non può fare a meno e di cui si sente latore: la periferia ha un battito vibrante e un’armonia nascosta che vanno assolutamente portati in luce, perché si possa cogliere una bellezza che non si è ancora vista, fatta di persone, di spazi, di silenzi rumorosi e di natura.

Tra i toni grigi e azzurri della tavolozza dell’artista, le pareti della galleria, per contrasto, si accendono di un chiarore nuovo, come nuovo del resto è l’aspetto della periferia che il visitatore dovrà cogliere.

Il “Giugno magentino” di quest’anno, per la galleria vuole essere questo: fra i giorni di festa della città dedicati alla commemorazione storica della battaglia del 4 Giugno del 1859, uno sguardo all’avvenire, alla trasformazione in positivo del concetto di “città metropolitana”, pronta a realizzare nuovi desideri e ad affrontare a testa alta l’inevitabile paragone con sfavillanti centri commerciali e altisonanti metropoli.  L’ingresso è libero.

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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