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Una Voce nel Silenzio: Capuozzo e Micalessin per una straordinaria serata di cultura e libertà

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ABBIATEGRASSO – Una serata straordinaria. Né più, né meno. Quella andata in scena ieri al castello Visconteo di Bià è uno di quei passaggi, di quelle testimonianze destinate a lasciare traccia. Anzi, un solco profondo. Una Voce nel Silenzio, Onlus che sostiene i cristiani perseguitati nel mondo, ha presentato le due graphic novel degli autorevoli inviati di guerra Toni Capuozzo e Gian Micalessin, volti noti del piccolo schermo e firme tra le più prestigiose nel campo della politica estera.

Introdotti dal volontario Francesco Baj e da una ottima prolusione del sindaco Cesare Nai,  a suo agio con la politica estera (materia che segue con passione da anni), Capuozzo e Micalessin hanno presentato i loro due ultimi lavori editoriali, a cui la forma fumettistica conferisce un taglio diverse e se possibile ancora più efficace, in termini di narrazione.

Capuozzo ha parlato delle origini dell’attuale terrorismo islamista, delle bandiere nere dell’ISIS, della guerra santa dello stato islamico e dei suoi seguaci contro gli infedeli occidentali, vengono raccontati in questa prima, autentica opera di graphic journalism completamente italiana.  Un’opera a fumetti in bilico tra il reportage di guerra e il diario personale, tra il resoconto storico degli ultimi anni e l’autobiografia. L’opera è impreziosita dalla presenza di diverse fotografie del reporter, inserite all’interno delle tavole disegnate, e da numerosi articoli e lettere dal fronte del giornalista italiano.

 

 

 

 

Gian Micalessin, triestino e fondatore nel 1983 dell’agenzia Albatros assieme a Fausto Biloslavo e al compianto Almerigo Grilz, ha invece parlato della persecuzione dei cristiani di Siria: i primi a raccontare le nefandezze e i massacri compiuti dalle formazioni islamiche radicali. Ma non vengono né ascoltati, né creduti. Nella narrazione – condivisa da gran parte dei governi occidentali e rilanciata dai media generalisti – i nostri “fratelli nella fede” diventano semplicemente i complici e i sostenitori del regime del dittatore Assad. Prigioniero di questa grande mistificazione, l’Occidente assiste senza muovere un dito alla persecuzione dei cristiani da Homs ad Aleppo, da Raqqa alla periferia di Damasco, dove ininterrottamente da tremila anni si parla anche l’aramaico, la lingua di Gesù.

Intrecciando l’analisi degli eventi con le voci raccolte nei numerosi reportage realizzati dal 2012 a oggi, Gian Micalessin racconta il conflitto siriano dal punto di vista dei cristiani. Ma spiega anche come il sostegno e gli appoggi garantiti ai gruppi jihadisti nella speranza di spazzare via il regime di Bashar al-Assad abbia permesso la nascita dell’Isis e facilitato gli attentati che hanno colpito il cuore dell’Europa. Perché tradendo i cristiani di Siria abbiamo, alla fine, tradito noi stessi. (dalla seconda di copertina). E perché alla fine sono stati proprio i soldati di Assad a liberare le suore del convento di Santa Tecla e tutti quei cristiani perseguitati dagli jihadisti.

Si è anche parlato della assurda acquiescenza dell’Europa, del suo inspiegabile non fare nulla, della Serbia di Milosevic e del Kosovo. Più di 200 i presenti in sala, a testimonianza di un evento culturale di altissimo livello. Da ripetere, magari nelle scuole. Bravi.

F.P.

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