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Dall'archivio:

Una luce si è spenta in Via Fredda

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

TURBIGO – La storia di una Via è legata a chi ci ha abitato e a chi ci abita, un intreccio di esperienze umane, di stratificazioni, di avvenimenti, piccoli e grandi, di abitudini e ricordi che, a poco a poco, fanno qualcosa di distinto, di diverso dagli altri.
All’inizio di gennaio 2019 ha tirato giù la claire in Via Fredda la ‘Emma Bustuchina’, così era chiamato il negozio delle sorelle Baga, passato di mano in mano, dalla nonna che lo aprì nel 1938, alla mamma e infine alle figlie (1990) che adesso sono andate in pensione.
Ci dicono che la ‘Emma Bustuchina’, era così soprannominata perché andava ad acquistare i capi nella città a Busto Arsizio (oggi conta quasi 100 mila abitanti!), e questo ‘viaggio’ settimanale rappresentava una risorsa per tutta la Via.
Scriviamo di una vicenda di sessant’anni fa. Lucia B., era una bambina di sette anni ricoverata all’ospedale d Busto Arsizio. La sua mamma aveva difficoltà ad andare a trovarla in ospedale perché doveva accudire alle altre due figlie. Sapendo che la ‘Emma’ (ma anche altre signore della Via che lavoravano a Busto, come la Pierina Nava) andava a Busto a volte le chiedeva di fare un salto in Ospedale, portando alla figlia dei biscotti, un modo per farle sentire un po’il calore di casa.
Ecco quell’intreccio di esperienze umane che dicevamo e che un tempo avveniva in una Via. Adesso il mondo è cambiato e i vicini si conoscono a malapena e non sempre si salutano.

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