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Dall'archivio:

Un incontro valorizzante. A cura di Irene Bertoglio

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Uno degli aspetti più soddisfacenti nella mia professione è quello di poter restituire alle persone, tramite l’analisi grafologica, una maggiore comprensione di sé. Nel campo dell’orientamento scolastico e professionale, ad esempio, non si indirizza lo scrivente da una parte o da un’altra, ma lo si aiuta a fare chiarezza facendo emergere le sue potenzialità. Spesso infatti, soprattutto i ragazzi, non conoscono proprio le loro capacità e fare leva su questo aspetto fa scattare una scintilla che può essere determinante per la loro vita. La persona si realizza infatti quando riesce a seguire ciò che ha dentro; a volte non è possibile farlo tramite una professione, ma è assolutamente necessario dedicare del tempo ad un hobby gratificante per la propria autostima, per il benessere generale e per stare bene anche con gli altri.

Ci sono ragazzi dallo sguardo spento che cominciano ad illuminarsi a partire da un’idea che gli viene suggerita rispetto alla loro unicità, e che così fioriscono; scatta in loro qualcosa che li mette in moto. Mi piace usare questa espressione perché è proprio un movimento che si crea da uno sguardo d’amore: io mi sento riconosciuto, mi sento guardato e valorizzato; d’altronde, il primo sguardo della mamma con il rispecchiamento è fondamentale e i bambini che non lo hanno vissuto si porteranno dietro per tutta la vita questa mancanza. Uno guardo positivo, che osserva con entusiasmo, può permettere al giovane di mettere a frutto le proprie potenzialità, che altrimenti potrebbero restare chiuse nel cassetto per tutta la vita. Voler bene a una persona significa dargli la possibilità, nel rispetto delle sua libertà e delle sue scelte, di far emergere le sue inclinazioni.

La discriminante è l’atteggiamento positivo che possiamo avere nei confronti dei giovani; stima e affetto permettono all’altro di sentirsi unico. Nessuno di noi salva i mondo, ma possiamo fare la differenza nella vita di ogni persona che incontriamo: quel tuo sguardo di amore, che si appoggia sull’altro, è una carezza che dura nel tempo. Quante volte si sente dire dalle persone che la loro passione è nata dall’incontro con qualcun altro che gli ha dato l’esempio e che li ha spronati ad agire? E magari l’”altro” nemmeno lo sa! Ciò che sprona a creare ricchezza interiore e ad esprimerla è un incontro in grado di valorizzare la personale sensibilità: lo slancio si desta in particolar modo quando trova di fronte a sé una presenza che individua ed incoraggia il talento, aiutando a dispiegarlo.

Francesco Alberoni esprime così la sua preoccupazione: «Ci sono giovani che hanno grandi capacità, straordinari talenti. Ma sono pure potenzialità che, per manifestarsi, hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a riconoscerli, coltivarli e metterli a frutto. L’educazione vera parte sempre da un maestro, sia esso un filosofo, uno scienziato, un musicista, un grande artigiano, che raccoglie attorno a sé dei giovani che ardono dal desiderio di imparare, di fare. Il cuore dell’insegnamento è sempre una relazione diretta fra allievo e maestro». Tutti possediamo qualche particolarità, ognuno di noi ha dentro una ricchezza: mettere la persona giusta al posto giusto è fondamentale; se ognuno di noi riuscisse a far fruttare i propri doni saremmo tutti più felici e staremmo meglio. Per far questo bisogna però sapere quali sono e soprattutto incontrare qualcuno che li valorizzi e non li contrasti. Oggi spesso, per quanto riguarda la scelta della strada da intraprendere, c’è la tendenza a subire l’influenza del mercato del lavoro, ma è molto pericoloso non inseguire i propri sogni.

Secondo Claudio Risè, psicoanalista e scrittore, la nostra storia, fatta di ricchezze personali «comincia quando crediamo fortemente nelle nostre passioni, quelle vere, quelle completamente irrazionali, ma che in realtà sono profonde intuizioni». Il consiglio che lui dà ai giovani è questo: «State attenti ai vostri talenti, curate e investigate il vostro “sé” dove sono inscritte le vostre autentiche passioni»

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Irene Bertoglio è scrittrice, grafologa, rieducatrice della scrittura e perito grafico-giudiziario. Per anni ha gestito una struttura nell’ambito formativo ed educativo. Ha tenuto e tiene numerosi corsi di aggiornamento e innovativi progetti sperimentali nelle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria, soprattutto di prevenzione della disgrafia e di orientamento scolastico e professionale. È autrice di diversi libri, tra cui, con lo psicoterapeuta Giuseppe Rescaldina: “Il corsivo encefalogramma dell’anima” (Ed. “La Memoria del Mondo”). È direttrice dell’Accademia di Scienze Psicografologiche con sede nel centro di Magenta, che organizza corsi e incontri di psicologia, grafologia, calligrafia e non solo (www.psicografologia.wordpress.com).

  • L’autrice è contattabile all’indirizzo psicologiadellascrittura@gmail.com.

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