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Un corso per salvarci dallo stress con l’Accademia di Scienze Psicografologiche

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Il corso in versione on line si terrà i prossimi martedì 16 e 23 giugno dalle 18.30  alle 20.30

MAGENTA –  L’Accademia di Scienze Psicografologiche organizza un corso dal titolo “Imparare ad affrontare lo stress e a trasformare la pressione in energia positiva”. Il corso è finalizzato a gestire meglio i fattori di stress, puntando sulla consapevolezza del fenomeno e sviluppando nuove competenze per la sua gestione. Nel dettaglio gli obiettivi del corso sono:

 

  • ricevere informazioni semplici e chiare su cosa sia lo stress e su quali effetti mette in moto nell’organismo umano;
  • imparare a conoscere meglio lo stress personale: i segnali dall’allarme e i propri punti deboli;
  • sperimentare tecniche orientate a gestire gli effetti delle tensioni già in atto, sia agendo sulla mente (lavorando sui propri pensieri, schemi mentali e atteggiamenti) sia sul proprio corpo (tecniche di rilassamento);
  • apprendere strategie per prevenire lo stress e pianificare una vita meno stressante;
  • sviluppare alcune tecniche di comunicazione e gestione delle relazioni per contenere lo stress vissuto con alcuni interlocutori.

Il corso sarà tenuto dalla dottoressa Emanuela Nisli, che ho intervistato.

Che cosa si intende esattamente con il termine stress?

Lo stress è un elemento fondamentale nella nostra vita dal quale nessuno può completamente sottrarsi: ha effetti molti importanti sulle nostre giornate, talvolta anche sulla nostra salute. Più precisamente, si intende fattore stressante qualunque situazione o esperienza percepita come minacciosa o opprimente. Lo stress è una risposta psicofisica a compiti anche molto diversi tra loro che percepiamo come eccessivi. Fu Selye il primo a parlarne, definendolo come “una risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso” (Selye, 1976). Si tratta di un fenomeno multifattoriale: i fattori responsabili si situano in parte nel mondo esterno (dove ci sono i fattori stressanti) e in parte in quello interno, cioè in quel complesso di reazioni che il nostro organismo produce in modo “automatico e spesso inconsapevole”. In base alla durata dell’evento stressante è possibile distinguere tra questi due tipi di stress: se lo stimolo si verifica una volta sola e ha una durata limitata si parla di ‘stress acuto’, se invece la fonte di stress permane nel tempo si utilizza l’espressione ‘stress cronico’.

 

Come nasce lo stress dal punto di vista evolutivo?

Nasce come difesa dell’organismo: siamo progettati per mantenerci in equilibrio e quando incontriamo un pericolo o qualche fattore ambientale (materiale o sociale) che minacci il nostro equilibrio, il sistema nervoso autonomo si attiva per renderci capaci di difenderci o riequilibrarci. Di fronte ad un pericolo immediato il sistema nervoso simpatico agisce ancor prima che il cervello superiore analizzi minuziosamente la situazione, e decide autonomamente se dobbiamo fuggire o attaccare per difenderci. Per fuggire dobbiamo avere muscoli efficienti, per cui il sistema circolatorio si modifica per fare avere più sangue ai muscoli, il cuore batte più velocemente, il flusso di sangue agli organi interni diminuisce, il flusso alla corteccia diminuisce (non è momento né per digestione né per le grandi riflessioni) e i bronchi si dilatano per respirare meglio. Quando il pericolo è cessato il parasimpatico riporta il corpo in equilibrio attraverso altri meccanismi automatici. Oggi le cause dello stress sono soltanto eccezionalmente pericoli immediati acuti: generalmente si tratta di stimoli cronici quotidiani, disagi sociali sul lavoro o in famiglia. La reazione di allarme talvolta è troppo prolungata. L’estrema difficoltà a reggere lo stress cronico prolungato può dare anche vita ad ansia e depressione.

Che cosa si intende per eustress?

Si pensa che lo stress sia sempre negativo e che vada evitato ad ogni costo; in realtà fa parte della vita e conoscendolo si può imparare ad accogliere ciò che di buono ha da offrire. Lo stress “positivo” infatti, chiamato anche eustress, rende complessivamente più vitale l’organismo. Ci aiuta a stare concentrati sui nostri obiettivi, ci sprona al cambiamento e incoraggia l’apprendimento. Non potremmo ottenere grandi risultati nella nostra vita senza un minimo di stress. È molto diverso dallo stress negativo, chiamato distress, che invece può frenarci o scoraggiarci, oltre ad avere effetti sul nostro organismo, aumentando il rischio di alcune patologie e abbassando in alcuni casi le difese immunitarie.

 

Cosa dire dello stress psicologico ai tempi del Coronavirus?

Il livello di stress e di tensione che caratterizza queste giornate è sicuramente molto alto ed è causato da diversi fattori afferenti alle dimensioni della saluta fisica, della socialità e della sfera economica. Di fronte al pericolo, una certa dose di paura può essere una nostra alleata (senza paura la specie umana si sarebbe estinta, sopraffatta dai pericoli), ma se la paura diventa eccessiva può renderci vulnerabili e farci vivere male. Il Coronavirus è una minaccia particolarmente insidiosa perché invisibile. Solitamente infatti, di fronte ad una minaccia visibile, d’istinto siamo portati a scappare, e più ci allontaniamo, più la paura diminuisce, ma in questo caso non sappiamo in che direzione fuggire e quindi la fuga diviene una strategia poco efficace. Parallelamente alla paura e alla preoccupazione per la propria salute e quella dei propri cari si aggiunge anche la paura di perdere le sicurezze acquisite nel tempo (lavoro, affetti, amicizie etc.). Le restrizioni imposte a livello governativo comportano la rinuncia ad alcune attività lavorative (o a praticarle con moltissime limitazioni), ma soprattutto ad aggregarsi nei tradizionali luoghi di intrattenimento e nei luoghi pubblici. Ci viene chiesto anche di rinunciare a contatti e a gesti umani per noi basilari e “normali”, come darsi la mano o abbracciarsi. Come spiega bene Stefano Clerici, psicologo, psicoterapeuta e coordinatore del Servizio di psicologia clinica della salute al San Raffaele, «in questo particolare momento storico – essendo il bisogno sociale, di relazione con l’altro insito nell’uomo – è normale e legittimo avvertire il peso della distanza sociale, che viene percepita come una condizione assolutamente innaturale e fonte di stress psicologico». Detto ciò, è normale in questo periodo sentirsi più stressati del solito e ognuno lo esprime in modo diverso: alcuni avvertono cambiamenti nelle dinamiche del sonno e dell’alimentazione, altri difficoltà di concentrazione o sensazione di solitudine e noia, altri ancora evidenziano una tendenza all’ipocondria o un aumento dell’utilizzo di alcol, tabacco e altre sostanze. In questa circostanza è certamente opportuno oltre a tutelare la salute fisica, (adottando tutti quegli accorgimenti igienici e di distanziamento sociale ormai noti) porre attenzione al proprio equilibrio mentale.

 

 

Emanuela Nisli è psicologa psicoterapeuta, formata in PNL e EMDR. Dal 2003 opera nel settore della consulenza aziendale e delle risorse umane, effettua colloqui individuali, di gruppo e seminari.

 

Irene Bertoglio è scrittrice, grafologa, rieducatrice della scrittura e perito grafico-giudiziario. Per anni ha gestito una struttura nell’ambito formativo ed educativo. Ha tenuto e tiene numerosi corsi di aggiornamento e innovativi progetti sperimentali nelle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria, soprattutto di prevenzione della disgrafia e di orientamento scolastico e professionale. È autrice di diversi libri, tra cui, con lo psicoterapeuta Giuseppe Rescaldina: “Il corsivo encefalogramma dell’anima” (Ed. “La Memoria del Mondo”). È direttrice dell’Accademia di Scienze Psicografologiche con sede nel centro di Magenta, che organizza corsi e incontri di psicologia, grafologia, calligrafia e non solo (www.psicografologia.wordpress.com).

L’autrice è contattabile all’indirizzo [email protected]

 

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