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Dall'archivio:

Tutto scorre, panta rei

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Se riguardo una foto di oggi ed una di quando avevo vent’anni, sorrido. Quanto sono cambiata, più dentro che fuori.

E mi domando sorpresa: “Ma quando è successo! Mentre dormivo, mentre lavoravo, mentre crescevo figli e saggezza, mentre facevo esperienza, mentre correvo fra un impegno ed un altro?”. La verità è che siamo solamente cambiati tutti, come in una sequenza di un rallentatore. Una moviola, attimo dopo attimo, fotogramma dopo fotogramma.

Panta Rei. Tutto scorre.

Ho letto di un tizio che aveva deciso di ritirarsi dal gran fracasso del mondo moderno. Si era ritirato per dedicarsi ad un’altra professione, ad una nuova passione: misurare il tempo. Mesi prima aveva visto una bellissima meridiana sulla facciata di una Chiesa francescana e da lì gli era nata l’idea. Costruì quindi per sé qualcosa che fermasse il tempo, il suo tempo.Ma passarono altri anni.

Realizzò più di 400 meridiane sparse per il mondo, ma poi anche questo non gli bastò più: la luce del giorno non poteva toccarla, non poteva fermarla.

Decise allora di diventare un vetraio e cominciò a creare clessidre. Belle, pulite, lucide, ordinate, costanti, rigorose.

Dentro ci infilò ogni tipo di sabbia che potesse trovare dalle spiagge più remote del mondo, ogni elemento di polvere colorata, riso finissimo. Eppure doveva girarle perché le clessidre tenessero sempre il tempo, anzi adesso il suo scorrere era ancora più visibile.

Costruì allora una clessidra piena di sabbia di lavagna, completamente colma; così piena che i granellini non potevano muoversi anche girandola.

E ciò lo spaventò. Allora ne costruì un’altra, l’ultima. Semplice, di vetro trasparente. All’interno mise solo una piccolissima perla trovata per caso nel mare e brillava al sole come un piccolo diamante. Era una meraviglia!

“Ecco”, disse l’uomo:” Questa mi rappresenta. Questa perla è tutto l’amore che ho avuto e dato nel corso della mia vita”. Un unico vero istante dilatato per riempire tutta la clessidra, levando spazio al vuoto.

Il dilatarsi di questo amore impedisce alla perla di cadere perché la perla lascia all’amore tutto lo spazio che decido di concedergli; poiché, come diceva Kierkegaard, la porta della felicità si apre sempre sull’esterno.

Laura Giulia D’Orso

 

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