Turnpike Troubadours – “A Cat in the Rain” (2023) by Trex Roads

La Classifica Top 10 del 2023 by Trex Roads. Il suo addio (o arrivederci) a TN

Ecco, anche quest’anno Trex Roads vi lascerà con la sua TOP 10 dei dischi usciti e recensiti quest’anno (in totale vi ho...

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“Le speranze erano ormai svanite. Le speranze di rivedere assieme una delle più grandi band della storia della country music e del red dirt: i Turnpike Troubadours.
Erano passati 2 anni abbondanti dallo scioglimento del maggio 2019, in quella fine del 2021, quando la rete cominciò a entrare in subbuglio”.

Il 29 novembre 2021 per la precisione e il motivo fu un post sui social media della band. Niente di speciale, ma assolutamente magico per i loro fan: una foto dei 6 membri del gruppo di nuovo assieme, di nuovo nella stessa stanza. Un post nuovo, non una foto del grandissimo archivio di foto pre-scioglimento.
La rete, lo ricordo bene, nell’ambiente della musica country americana letteralmente esplose. Furono mesi in cui si rincorsero post e notizie e poi l’annuncio di un nuovo tour: erano tornati!
Io mi sono avvicinato a questa band tardi, li ho conosciuti che erano già nella fase che li avrebbe portati allo scioglimento, ma essendo lontano non ho vissuto quegli anni in cui i problemi di Evan Felker, leader della band, rovinarono la loro reputazione di macchina da guerra dei concerti.
Ma l’eccitazione di rivederli assieme era tanta ed era una speranza che avevo scritto anche nella mia recensione del loro ultimo album da studio (https://ticinonotizie.it/ascoltati-da-noi-per-voi-by-trex-roads-turnpike-troubadours-a-long-way-from-your-heart-2017/).

Mai avrei pensato che la speranza non sarebbe stata vana viste le notizie che in questi anni erano arrivate soprattutto sul pienamente recuperato Felker: la musica non era più una priorità.
Il sito della band e dei locali dove annunciarono di voler suonare nel 2022 furono presi d’assalto, andarono in down e cominciò la frenetica caccia al biglietto.
Prima data ovviamente nel locale che li ha visti nascere e crescere fino al successo boom degli anni successivi: la Cain’s Ballroom, quella fra Easton & Main (come nella loro stupenda canzone che ho inserito nel mio romanzo e che ne sarà a suo modo protagonista e che spero uscirà l’anno prossimo qui in Italia, nda). Ma poi soprattutto la Red Rocks Arena di Morrison, Colorado. L’arena più bella del mondo e quale posto migliore, avranno pensato i ragazzi di Talequah, Oklahoma, per un bello streaming in diretta.
Ovviamente ho acquistato immediatamente il mio posto virtuale e dal mio divano, alle 3 del mattino, munito di cuffie mi sono goduto un concerto pazzesco.

Erano tornati sul serio, i problemi risolti e Evan Felker mai così in forma, ma anche il geniale violino di Kyle Nix, la magica chitarra di Ryan Engelman, il pulsante basso di RC Edwards, la martellante batteria di Gabe Pearson e la fantastica pedal-steel di Hank Early: signore e signori i Turnpike Troubadours.

L’anno è passato con notizie che si sono inseguite e interviste ai membri felici di essere tornati ad essere una band, ma niente di nuovo all’orizzonte nonostante qualche ben informato ogni tanto faceva filtrare notizie.
Le notizie vennero confermate nel 2023: alla console a dirigere la band c’era il grande Scooter Jennings e il 25 agosto 2023, dopo ben 6 anni di attesa, sarebbe uscito il nuovo album della band: A Cat in The Rain, registrato a Muscle Shoals, Alabama (segnatevi questo luogo perché sarà importante nello spirito di alcune canzoni.)
Eccomi a parlare finalmente di un nuovo disco dei Turnpike Troubadours e comincio subito con il dirvi che sono tornati davvero, anzi la maturità, la tranquillità e la poetica con cui ci guidano e ci regalano queste 10 perle lasciano davvero stupiti.

Non fraintendetemi Evan Felker è sempre stato celebre per la sua abilità di scrivere storie piene di particolari alla maniera dei grandi narratori, ma in questi pezzi (almeno negli 8 autografi), si è superato e questi testi sono così vividi che sembrano scritti in 4K, mentre la maggior parte degli altri cantautori è rimasto all’HD.
Vi parlavo di 8 pezzi autografi perchè nel disco sono presenti due cover: una versione fantastica di Black Sky dei mai abbastanza celebrati Ozark Mountain Daredevils e la finale Won’t You Give Me One More Chance canzone già ripresa dal grande Jerry Jeff Walker.
Il lavoro comincia con il primo singolo Mean Old Sun, una canzone che inizia da lontano, come un’eco, come a lasciare ancora un po’ di suspense, come in questi anni di notizie che si rincorrevano. Il pezzo è trascinato, il violino magico di Nix si intreccia al banjo e ad una ritmica quasi epica: Felker fa ammenda dei suoi errori e ci dice che è tornato, per restarci, stavolta.

La successiva Brought Me è una dichiarazione d’amore e ringraziamento per chi li ama e continua a spingerli a fare musica: e per Felker sono la moglie Staci e i loro fans. Una canzone che i cori rendono quasi un inno, che dal vivo prenderà i cuori. L’assolo di Engelman intrecciato a quello di Early è breve, ma bellissimo.

Lucille è una tipica canzone dei Turnpike, ma immersa nelle paludi di Muscle Shoals: c’è un sapore di soul in questo album che dona ulteriore carattere al sound riconoscibile e originale dei ragazzi di Talequah, Oklahoma. I personaggi femminili sono sempre stati i migliori tracciati dalle storie di Felker e questa non fa eccezione.
La polverosa ballata The Rut ci parla di un cowboy che cavalca e medita sulla sua vita e non si può fare a meno di cogliere la nota più autobiografica di Felker mai scritta:
“Non mi manca il sapore del liquore / o niente al riguardo, ma / Il rifugio temporaneo è stato un gradito compromesso”.
Ecco, la storia di questi 4 anni è tutta racchiusa in questa frase: la lotta per la sobrietà, il rifugiarsi in uno sperduto ranch nel Texas per ritrovarsi e tornare ad essere un uomo migliore per lui, per la famiglia, per gli amici e per i suoi fans. Bellissima, intensa e commovente. La voce di Evan non è mai stata così evocativa e struggente.

La title track ci parla di come bisogna sempre rimanere forti e non lasciarsi abbattere dal fato avverso e il brano è un country rock velato di polvere red dirt.
Il violino di Kyle Nix era mancato alla musica americana, certo c’era stata la sua parentesi solista, ma qui trova una dimensione perfetta e regala al suono dei Turnpike la magia degli anni d’oro.
East Side Love Song è una canzone 100% Turnpike, nel senso che questi ragazzi hanno un suono così personale e riconoscibile, sono riusciti così a mixare country, rock e red dirt, che ormai una canzone così è tipica loro: si può solo imitarli o ispirarsi a loro.

E’ un miracolo la loro popolarità statale o anche internazionale, se pensate al tipo di musica ancorata alle radici e alla loro terra e proprio per questo il merito di questi ragazzi è ancora più grande.
Un disco atteso 6 anni e che non delude le aspettative, anzi arricchisce di spirito soul il sound già fantastico dei Turnpike Troubadours e di questo ringraziamo la produzione e gli studi di registrazione.

Non lo chiamerei un ritorno, ma una nuova vita: perché Felker con quella scelta di dedicarsi a se stesso, di abbandonare il carrozzone che lo stava uccidendo e riflettere sulla sua vita, ha dato una svolta di 180°. Non al loro modo di fare musica che rimane indipendente e lontano anni luce da ogni tipo di influenza mainstream, ma al modo di approcciare la vita che si riflette in 10 canzoni di una bellezza scintillante. Si assapora una band rilassata, tranquilla, che sa scatenarsi quando deve, ma che apprezza la bellezza delle proprie poesie e che, suonando di nuovo insieme, crea una magia che pareva dimenticata dalle sabbie del tempo e invece ci si para davanti come un vecchio amico tornato a sorridere con noi.
Bentornati ragazzi!

Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads

Nel mio blog troverete la versione inglese di questo articolo.
www.trexroads.altervista.org

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