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Trump contro Australia

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Trump non vuole un migliaio di stranieri provenienti dall’Australia. Telefona al primo ministro australiano, Malcolm Turnbull, e ci litiga: “Volete mandare qui terroristi. Questo è un accordo stupido. Lo rinegozieremo”.

Gli Usa si erano impegnati, lo scorso anno, a ricevere 1.250 persone dall’Australia, richiedenti asilo politico. Questi, trattati da merce di scambio, erano nei campi d’accoglienza in Papua Nuova Guinea, pronti ad andare negli Usa. In cambio l’Australia si sarebbe presa alcuni rifugiati di El Salvador, del Guatemala e dell’Honduras.

L’Australia è uno degli alleati, storicamente, più solidi degli Usa. Nello scacchiere, complicato, del Pacifico, Canberra gioca una partita importantissima: è il guardiano, anglofono (watch dog), della Cina, in ascesa (http://ticinonotizie.it/la-cina-va-alla-conquista-dei-mari/). Ascesa non solo economica ma anche militare: la marina cinese ha lanciato un programma di rinnovo della sua flotta ed il budget per la difesa è stimato in $146mlrd. L’Australia è l’unica realtà assimilabile agli Usa in un universo asiatico (the special relationship); l’alleato giapponese non potrà mai essere così stretto, se non altro per la lingua.

australia

I Wallabies, inoltre, fanno parte dei Five Eyes (i 5 Occhi): la comunità di intelligence anglofona, di cui fanno parte anche Nuova Zelanda, il Canada, il Regno Unito e gli stessi Usa, il non plus ultra dell’Anglosfera (paesi di ceppo anglosassone, protestanti, cultori del libero mercato).

Marco Crestani

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