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TPL, sindaci Lega contro Sala e Pd: ‘No al biglietto ATM a 2 euro’

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MILANO – “L’unica cosa certa è che entreranno nelle casse del Comune di Milano circa 50 milioni di euro in più all’anno, senza che cambi nulla in termini di qualità del servizio”.  In Consiglio Metropolitano la Lega è stata l’unica forza politica a votare contro l’avvio del percorso verso un sistema tariffario integrato del trasporto pubblico locale. La contrarietà deriva soprattutto dal fatto che il piano prevede l’aumento del biglietto della metropolitana da 1.50 a 2 euro.

“Lo stesso sindaco di Milano Beppe Sala (Pd) ha ammesso che questo aumento serve a far quadrare i conti del suo bilancio – dicono i sindaci della Lega -. Ancora una volta la sinistra cerca di mettere le mani nelle tasche dei cittadini per coprire i buchi del proprio fallimentare governo.  L’aumento del biglietto Atm non è una condizione indispensabile per l’introduzione della tariffazione unica”.
Il coordinamento dei sindaci leghisti ha poi risposto al Partito democratico, che ha accusato il Carroccio di essere contro i pendolari: “Restiamo basiti di fronte a queste affermazioni. Da una parte il sindaco Sala istituisce l’area B impedendo a migliaia di auto (quelle più vecchie e quindi quelle dei meno abbienti, che non possono permettersene una nuova) di circolare per Milano, infischiandosene tra l’altro delle richieste di Regione Lombardia che ha sollecitato deroghe dettate dal buon senso.

E dall’altra cosa fa? Per “incentivare” i cittadini a utilizzare i mezzi pubblici spinge per aumentare il prezzo del biglietto della metropolitana! Se questo, per il Pd, è essere dalla parte dei pendolari… La Lega continuerà con forza, in ogni sede, a opporsi a queste decisioni scellerate che, ancora una volta, peseranno sul portafogli dei cittadini”.

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