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+Torture e amputazioni alla ‘concorrenza’ a Luino: in carcere tre spacciatori maghrebini. Pazzesco

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VARESE  Due uomini, un 25enne magrebino e un 40enne italiano, legati a un albero e torturati in due episodi distinti per una faida tra spacciatori di droga, nei boschi di Luino (Varese).

Di questo sono accusati tre pusher magrebini, arrestati oggi dai carabinieri in provincia di Pavia. Le due aggressioni risalgono ai primi di giugno: i due feriti sono arrivati in ospedale con ossa rotte, segni di frustate e uno dei due con parte di un orecchio amputata.

Le violenze per ribadire chi avesse il predominio sul territorio di spaccio, di cui sono accusati tre trentenni magrebini (irregolari in Italia) arrestati a Pavia, si sono verificate nei boschi tra i comuni Duno e la località Arcumeggia di Casalzuigno, in Valcuvia (Varese). Da lì i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Luino (Varese), sono partiti per ricostruire le due feroci aggressioni. La prima, risalente al 4 giugno scorso, riguarda un 25 enne marocchino, arrivato in ospedale a Varese con ferite da frustate su tutto il corpo, inferte dal gruppo di connazionali che lo avevano torturato e legato ad un albero, fino ad arrivare a spezzargli le ossa di un braccio e ad amputargli parte dell’orecchio. Il giovane, a quanto emerso, con varie armi da fuoco puntate contro, era stato anche rapinato dei suoi averi. Il tutto per rimarcare la predominanza di una banda di spacciatori di Pavia che, nei mesi precedenti, si è spostata nel varesotto per vendere hashish e cocaina. Due settimane dopo la stessa sorte è toccata a un 40enne italiano, residente nel varesotto, accusato dalla banda di non essere più affidabile, perché in cambio di dosi dava una mano anche ad altri pusher. Anche per lui botte e torture mentre era legato ad un albero.

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