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#TormentoneMoschea: Chiara Calati rispiega le ragioni del NO. Repetita adiuvant….

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MAGENTA – Oltre un’ora di conferenza stampa per ribadire le ragioni del NO alla Moschea, ma più in generale a qualsiasi nuovo luogo di culto. Chiara Calati, stamani ha organizzato un incontro con i giornalisti per tornare sull’annosa questione, soprattutto alla luce delle schermaglie politiche che si sono innescate dopo l’incontro con la comunità islamica di un paio di settimane or sono.  Or bene, la Calati è partita documenti alla mano, con annesse disposizioni di Regione Lombardia (vedasi la famosa legge 12 del 2005) con in aggiunta le relative circolari interpretative molto stringenti che annualmente Palazzo Lombardia fa pervenire ai Comuni soprattutto in concomitanza del periodo del Ramadan.

Ma andiamo con ordine partendo dalla cosiddetta “AREA F”  di via Tobagi dove secondo la sinistra e, in particolar modo “l’alfiere della Moschea” e della comunità pakistana – Enzo Salvaggio capogruppo del PD – si potrebbe realizzare un luogo idoneo ad accogliere i fedeli di Maometto.  In realtà così non è – ha spiegato il Sindaco – “Se infatti nell’AREA F – ha precisato Calati – c’è una destinazione a verde urbano o edificio da destinare ad attività religiose, è vero anche che per far questo ci vorrebbe come documento allegato al Piano di Governo del Territorio, il Piano delle Attrezzature Religiose che manca. Ora – ha proseguito il primo cittadino – come già ribadito, l’unico modo per sanare questa situazione, sarebbe una Variante al Piano di Governo del Territorio che, però, questa Amministrazione non ha assolutamente intenzione di fare perché ci sono ben altre priorità”.

Le priorità, peraltro, il Sindaco le ha spiegate molto bene nella successiva conferenza dedicata alle Politiche Scolastiche con il nuovo diritto allo studio che andrà in aula lunedì sera. “Per noi i bisogni dei i nostri ragazzi, le nostre famiglie e, soprattutto i nostri anziani – ha ricordato il Sindaco – costituiscono la priorità. La Variante di PGT e la Moschea, scusateci tanto, vengono dopo”.  Ma la Calati sempre in riferimento all’eventuale edificio da destinare a centro culturale che potrebbe sorgere in via Tobagi, ha anche puntualizzato: “Come è noto, un centro culturale è altra cosa di una Moschea, tanto è vero che anche la circolare emessa da Regione Lombardia lo scorso 28 maggio sul tema è molto stringente. E questo, beninteso, vale anche per la Chiesa Evangelica e qualsiasi altre confessione religiosa”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In altre parole, si torna sempre al punto di partenza: quello del Piano delle Attrezzature Religiose che manca e che la vecchia Amministrazione di Marco Invernizzi avrebbe dovuto allegare tra i documenti al PGT. “Il Comune non può provvedere come e quando vuole – ha commentato Calati – benchè, qualche esponente della minoranza si ostini a ripetere il contrario. Noi i documenti li sappiamo leggere molto bene, ci siamo informati attentamente, abbiamo chiesto pareri ad esperti. Esorto chi sta in opposizione di fare altrettanto…”. La conferenza, comunque, è servita per sapere che la comunità islamica ha chiesto l’utilizzo della tensostruttura di piazza Mercato per tutti i venerdì fino ai primi di settembre. Richiesta anche in questo caso, nemmeno protocollata ma rispedita al mittente per le ragioni che il Sindaco ha poi illustrato.

“Innanzi tutto, la tensostruttura è destinata ad altro nel periodo estivo. In secondo luogo la circolare regionale pone dei paletti molto chiari rispetto alla continuatività di un’attività. Un conto, infatti, è organizzare una manifestazione una tantum, ma se i presupposti sono questi è evidente che le finalità sono altre”.  Da ultimo, il Sindaco indicando il primo tassello per proseguire il dialogo con la comunità mussulmana del territorio, ha evidenziato la necessità che questi si costituiscano in associazione culturale con un loro statuto.  “Finora, infatti, – ha concluso – tutte le istanze, vedasi anche quelle per occupazione di suolo pubblico sono state avanzate da una singola persona privatamente. E’ chiaro che l’interlocuzione che, noi auspichiamo, prosegua serenamente, ha però bisogno la formalizzazione di una chiara controparte”. Dunque, regole chiare e certe per continuare il dialogo.

F.V.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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