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The Weathered Souls – “Till The Morning Comes” (2023). By Trex Roads

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Questa settimana Trex Roads ci porta in Texas, a Greenville, contea di Hunt

BOFFALORA SOPRA TICINO- La scorsa settimana vi avevo detto che spesso scopro artisti nuovi guardando le fantastiche line-up dei Festival americani.
Ecco, è successa la stessa cosa con questi ragazzi che ho scoperto dopo averli notati fra gli artisti che avrebbero partecipato al “Firewater Festival” del 2022, organizzato dai Whiskey Myers in un parco vicino a LaCygne, Kansas.
Un festival incredibile di cui ho prove video e fotografiche inviate dai miei amici americani che ci vanno ogni anno: una 3 giorni come si usava negli anni ’70. Campeggio, street-food e tanta, tantissima ottima musica indipendente. Forse il miglior festival degli ultimi anni.
La location poi è di una bellezza stordente. La natura che fa da sfondo a questi concerti è la classica ciliegina sulla torta.
Una band che fin dal primo ascolto di un pezzo uscito l’anno scorso, Come With Me, mi aveva da-to una scossa elettrica. Quella sensazione che suscita un artista speciale, che sai che non sarà ancora sconosciuto per molto.

Un rock venato di southern che mi entusiasmò e che mi lasciò quella speranza che a breve sareb-be uscito un album di esordio da non perdere.
L’attesa non è stata vana. L’album è uscito ed è una dannata nuova scossa elettrica di rock e sou-thern da far tremare i muri.
Nemmeno sto a raccontarvi l’origine di questi ragazzi, come ripeto spesso il serbatoio del talento in Texas è infinito: Greenville, contea di Hunt.
I Weathered Souls sono giovani, giovanissimi, ma hanno una maturità nel songwriting, negli arrangiamenti e nel sound da fare invidia a band molto più navigate e importanti.

La musica indipendente è ormai un fiume in piena e gli argini imposti dal mainstream voluto dalle major ormai sono stati rotti e spazzati via.
Band come questi ragazzi texani meritano di stare sulla bocca di tutti e proprio la presenza al festival voluto dai loro conterranei Whiskey Myers ha certificato questo valore.
I Whiskey Myers come dei talent scout invitano come loro openers artisti giovani che vogliono emergere e hanno il talento per farlo. Ascoltando questi 10 pezzi di rock texano capiamo il perché. (per la cronaca tenete d’occhio anche la Almost Legal Band, ancora più giovani, ma con tanto ta-lento).
Il gruppo è formato da Holdyn Mason chitarra solista, Brock Roggow alla voce, Ryan Delvell alla batteria, Cameron Russell alle tastiere, Dustin Baugh alla chitarra ritmica e Travis Buck al basso: tantissimo talento e passione. Segnatevi questi nomi.

Premete play e un riff di chitarra prenderà il proscenio, batteria pulsante e una voce potente e inci-siva fatta per questa musica. Ecco a voi: Don’t Pray For Me. Le chitarre fanno un lavoro egregio, potenti scariche elettriche e melodia. Un po’ rock del Sud, un po’ AC/DC, ma tanto carattere pro-prio. L’assolo è breve ma è una gemma.
La title track è un southern rock di chitarre potenti e una ritmica pulsante e avvolgente, il groove è entusiasmante: ci si muove, si salta. Questi ragazzi sanno suonare, eccome se lo sanno fare! La chitarra di Mason è una scarica con il suo assolo posto dopo uno stop della ritmica.Bellissima.
Bad Cat Boogie (Right to be Wrong) è una veloce cavalcata rock, ma alla maniera del Sud, co-me se gli AC/DC fossero passati da Greenville per una jam session con questi 6 ragazzi. La ritmica è pazzesca, ti scuote e la voce di Roggow guida la corsa. Giù i finestrini, si corre forte fino all’assolo di elettrica bellezza. Che è il rock non è morto è una frase fatta, ma dannatemene vera!
La successiva Take My Sins non rallenta, le chitarre non hanno intenzione di mollarci lo stomaco e ci scuotono. Groove da far tremare le assi di un palco, riff che graffiano l’aria e ci portano alla parte centrale del pezzo dove c’è un assolo alla Angus Young. E che dire della seconda parte con i riff stoppati? Southern rock amici e tanta adrenalina. Spettacolo! E via di assoli.

Posso solo immaginarmi il fuoco che incendierà i palchi degli States, non rimarranno in Texas a lungo.
The Crow inizia acustica, una ballata polverosa che mette in risalto la grande voce di Brock Rog-gow. La band non sfigura anche rallentando e prende ispirazione dal country indipendente texano, un brano emozionante e assolutamente non banale. Sento la polvere uscire dagli speaker e mi piace molto la sensazione quasi western che sento, sembra di essere nella copertina del disco.
Il lavoro poi delle tastiere di Russell è davvero notevole.
The Dream è un brano strumentale dominato dalle due chitarre. Si “sogna” sulle strade del rock texano di 6 ragazzi dal talento non comune. Il brano è elettrico, ma sognante come se stessimo guardando le stelle, ma fossimo avvolti dal sapore del deserto.
Dopo esserci trovati sognanti, ci svegliamo per le scariche elettriche delle chitarre di Rolling Thunder.
Come il fulmine che sta nel logo della band, le chitarre sferzano l’aria e la voce potente di Roggow fa il resto. Un ritmo che prende subito le orecchie, con degli inserti quasi country per stemperare la tensione e poi tornare subito a scuotere i cuori. Un’altra pazzesca cavalcata southern rock che culmina dell’ennesimo assolo eccezionale. Che chitarre mamma mia!
Nothing Left ha un’anima blues elettrica che sfocia nel rock, la ritmica pulsa e poi il brano sfocia in una parte di chitarra quasi prog per poi tornare al groove blues. Bellissimo intreccio non banale e poi che ve lo dico a fare, un assolo da far tremare i denti.
Siamo giunti quasi alla fine e Holy Mother arriva con il suo riff di chitarra che non ti molla. La voce, i cori e le continue svisate elettriche: southern rock di alta qualità amici! Le chitarre sono potenti, melodiche, mai banali e finiscono quasi in una jam session dal sapore seventies.
Il bellissimo disco si chiude con Reap What You Sow, un rock dal tono epico e, anche qui, quasi progressive, non saprei spiegarlo altrimenti. Tutta la ritmica ha svolto un lavoro eccezionale, nessun membro escluso. Un fuoco che brucia a volte come le fiamme dell’Inferno, a volte come un magma che lentamente ci avvolge. L’assolo è la degna ciliegina su una torta da non lasciarsi asso-lutamente scappare.
I Weathered Souls sono una di quelle scoperte che bisogna condividere con il mondo, che ogni amante del rock dovrebbe conoscere e ascoltare. Questo è uno di quegli esordi che mi fanno rin-graziare Dio per la musica indipendente, per le mie connessioni e per le emozioni che mi regala.
Un album di rock di qualità altissima, con tanto southern e blues, ma anche sfrecciate che avrebbero reso orgoglioso il grande Bon Scott, con tanta elettricità che illuminerebbe una città e un groove che non lascerà facilmente il mio stereo, anzi sono pronto per premere “ripeti” e salutarvi.

Rock is alive and well, eccome se lo è!

Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads

Nel mio blog troverete la versione inglese di questo articolo.
www.trexroads.altervista.org

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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