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The Comancheros – “Memphis to Mexico” (2022) by Trex Roads

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Oggi la Trex Road devia dal suo solito percorso. Solitamente vi parlo di country indipendente e del suo immenso parco di artisti che attendono solo di essere conosciuti anche alle nostre latitudini.
Il nostro viaggio oggi tocca i lidi del soutern rock, quella musica che fin dalle sue origini ha fuso la passione per la musica delle radici, blues e country, al rock (sia di matrice inglese che americana) ma anche al soul. Basta fare qualche nome dei più noti esponenti del genere per capire di cosa sto parlando: Allman Brothers Band, Lynyrd Skynyrd e più recentemente Whiskey Myers, Steel Woods, Blackberry Smoke e Georgia Thunderbolts.

 


Al centro del mirino di solito ci sono chitarre potenti, elettriche e piene di carattere, sentimenti del Sud e tanta passione, influenze che vanno dal country classico di Willie Nelson al rock and roll da strada : ecco la ricetta di questi 3 ragazzi da Columbia, Missouri è tutta qua.
Una ricetta semplice, una ricetta che funziona quando oltre al mero talento si somma la sincerità, quella voglia di non sottomettersi a nessuna moda per assecondare le vendite, un’autoproduzione di qualità e voglia di divertire.
Ho conosciuto i Comancheros per puro caso, come sempre mi capita, un amico americano aveva pubblicato una loro canzone e sono rimasto folgorato.
Il titolo poi del loro primo album del 2018, Heavy & Western, era troppo intrigante per non indagare, le mie due passioni il western e il rock and roll. 8 pezzi esplosivi che non facevano prigionieri, seguiti nel 2020 da l’altrettanto bello Too Old To Die Young.

 

La band è composta da 3 elementi come vi dicevo prima, come si usava fare nella Swinging London degli anni 60 e 70, le più influenti rock band di quegli anni erano un trio : i Cream, i Taste e la Jimi Hendrix Experience per dire i più famosi.
Tanner Jones alla voce e alla chitarra solista, Jon “Deere” Green al basso, voce e slide e Bobcat Cook alla batteria. Un trio esplosivo davvero che merita di essere scoperto.
Mentre vi scrivo, proprio per confermare l’influenza molto rock inglese nel loro sound e nel loro spirito, sono in tournée per alcune date nel Regno Unito e spero un giorno di potere assistere ad uno dei loro fumiganti live.

 

Memphis to Mexico è composto da 7 brani di puro southern rock chitarristico come potete capire quando fate partite il primo singolo, Old Mexico, non fatevi ingannare dal titolo non è un pezzo tex-mex ma un brano sorretto da chitarre grasse e taglienti e una ritmica incalzante. La voce è da rocker consumato e il groove prende subito, con il tocco geniale dell’organo, suonato per l’occasione dal grande TJ Lyle (cantante dei Georgia Thunderlbots e artista di grande livello).
Il secondo brano, Shoot Me Down, è chitarra, è ritmo ma soprattuto è quella slide che immerge il sound nel Sud degli States. In questo brano la slide è suonata da Doug Phelps e i cori sono del produttore Richard Young, un pezzo ben suonato e da ascoltare a tutto volume magari sfrecciando con i finestrini abbassati in un on the road come quelli dei film. Un po’ AC/DC un po’ Blackberry Smoke.
Dal vivo questi brani incendieranno più di un palco e saranno anche più coinvolgenti di sicuro.
If I Was a Cowboy, rallenta la velocità ma non l’intensità del disco. La voce intensa e potente ci accompagna in questa ballata rock sorretta dalla forza e dall’elettricità delle chitarre, dalla ritmica sempre sul pezzo e dal bellissimo organo di TJ Lyle che introduce un assolo di chitarra di scintillante bellezza. Forse il brano più bello del lavoro.
Entusiasmante il ritmo di Yellow Roses, viene voglia di ballarlo e di immaginarci ad un loro concerto ma che dire di Happy Birhtday To Me? I 3 ragazzi hanno assimilato la lezione impartita dai padri dell’hard rock e del southern e ci regalano un riff irresistibile come gli AC/DC del periodo con l’unico e inimitabile Bon Scott alla voce. Uno di quei brani divertenti e che vorresti non finissero dopo soli 4 minuti.

 

Blue Yodel in G è puro southern rock, ben scritto, ben suonato e con una produzione che ne esalta l’intensità ritmica. La chitarra graffia l’aria con dei riff assassini e la voce è davvero la ciliegina su questa torta rock and roll.
Il disco si chiude con una bellissima ballata country, tanto per far ricordare che le influenze del sud ci sono tutte, If I Could Pick A Way To Go è country classico accompagnato dal suono della slide e da una bella voce convincente, chitarra acustica e sapore di vecchio west.

 

Una maniera perfetta per concludere un disco davvero bello, divertente e coinvolgente che vi porterà sulle strade del rock americano del Sud, quel rock che attraversa deserti, paludi e piantagioni di pesche ma che non si dimentica delle sue influenze inglesi.
Una band, i Comancheros, che si è fatta le ossa in numerosi live, aprendo concerti di artisti leggendari come Randy Rogers e gli Alabama, e che è destinata ad aumentare di popolarità fra i fan del southern rock con questo nuovo lavoro e coi concerti che verranno.
Noi restiamo in attesa di vedere dove li porterà il loro talento e nel frattempo alziamo il volume e ci godiamo questo viaggio da Memphis al Messico.

 

Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads www.trexroads.altervista.org
(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link : https://trexroads.altervista.org/memphis-to-mexico-the-comancheros-2022-english/

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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