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Dall'archivio:

Terzo Senso, a Corbetta l’enoteca che vende sogni (e non solo vino)

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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CORBETTA – Il vino è il canto della terra verso il Cielo, come diceva il mai sufficientemente compianto Gino Veronelli, eppure Gino sembra morto in vano, dal momento che mestieranti vari e broker enologici hanno preso il posto di chi come lui, 60 anni fa, quando la cultura del vino in  Italia di fatto non esisteva, ha aperto gli occhi e i cuori a molti.

Il vino è sempre più star system, mainstream, vezzo, collezione, griffe.

E invece il vino è sangue, sterco, sofferenza, freddo, passione, amore che abbatte i confini tra possibile e impossibile. E a Corbetta, da pochi giorni, in viale della Repubblica 1/3, nel cuore del quartiere Marsala, ha aperto un’enoteca come piace a noi.. sognatori veronelliani. Il vino NON  si vende. Il vino si sogna.

L’intrapresa è merito di tre giovani appassionati- Federico Sala, Andrea Dalla Riva, Sauro Bonecchi- che dalla passione sono passati all’analisi, ai numeri, al blasone che una città come Corbetta indubbiamente possiede, dedicendo di aprire Terzo Senso.

“Corbetta è una città nella quale crediamo moltissimo, in grado di darci soddisfazioni che riteniamo importanti. La sfida è lanciata, le porte aperte per tutti quanti sono disposti a innamorarsi di quella cosa magica racchiusa in una bottiglia”, ci racconta Federico.

Federico Sala, sommelier, ha messo decenni di passione dentro questa sfida, raccolta assieme a un giovane come Andrea Dalla Riva, ‘del mestiere’ ormai da tempo. e appunto Sauro Bonecchi.

Mentre tutti gli altri vi dicono che vini troverete in una data enoteca, noi invece vi diciamo qual è lo spirito che aleggia tra gli scaffali di Terzo Senso (a partire da champagne e spumanti italiani: selezione intelligente e davvero coraggiosa):

– Il vino è il canto della terra verso il cielo. Ha i suoi tenori e i soprano, contadini – agricoltori se volete – e contadine che lavorano le vigne e ne vinificano le uve, con tutta la fatica, l’intelligenza e la passione che vigna e vino esigono.

– Il mezzo, qualsiasi mezzo, che non abbia l’assistenza fisica e intellettuale del singolo uomo, contadino, esperto, porta a un degrado, se non a un degrado, ad un’omologazione in qualche modo dannosa.

– Sobrio non è colui che si priva di qualcosa, ma chi conosce che cosa conviene alla sua natura e alla sua cultura.

– Il peggior vino contadino è migliore del miglior vino d’industria.

 L’esigenza proclamata dei buoni cibi e dei buoni vini non era e non è una moda, tutt’altro: è aspetto, certo non ultimo, della difesa giovane di quei valori umani che industrie avide e incontrollate vogliono distruggere e annullare

Grande, immenso: Gino Veronelli

Parole (e musica) di Luigi Veronelli. Intanto giovedì 13 dicembre ci sono cassoeula e champagne. E ovviamente tutto quello che fa parte del grande circo natalizio.

Ma oltre il Natale c’è di più. Andati dai ‘terzi sensi’, e ve ne accorgerete.

Fabrizio Provera

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