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Terremoto in Regione Lombardia: tra i ritorni anche quello di Massimo Garavaglia ?

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LOMBARDIA –  “Ormai il dado è tratto. E dopo l’ultima, ennesima, gaffe dell’Assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera rispetto al ritardo nella partenza del piano di vaccinazione anti Covid, ormai il destino del forzista pare segnato. Che Gallera peraltro dovesse andare a casa era ed è solo una questione di tempo.

Perché il Covid ha messo a nudo tutti i limiti del modello sanitario lombardo troppo incentrato sull’Ospedale come unica e ultima trincea contro l’emergenza, ma dove la medicina territoriale e quella intermedia è praticamente all’anno zero.

La cosiddetta riforma socio sanitaria Maroni Gallera – che l’allora Vice Presidente e Assessore alla Salute Mario Mantovani voleva decisamente più incentrata sulla valorizzazione dei territori, nella consapevolezza che è da lì che si doveva ripartire – non è mai stata attuata. E il Covid ha fatto da elemento propulsore.

Mario Mantovani oggi politico di Fratelli d’Italia

A ciò si aggiunga una squadra di Giunta fortemente livellata verso il basso. Si potrà dire infatti di tutto su Roberto Formigoni, ma limitandoci al valore dei politici della vecchia Giunta lombarda, tanto per dire guardiamo al ‘tridente’ Maroni Mantovani Garavaglia, non c’è proprio storia con chi oggi tiene le sorti della prima Regione Lombarda, e che è non dimentichiamolo tra i ‘4 Motori d’Europa’. 

Attilio Fontana, ottimo sindaco di Varese, si è trovato candidato all’ultimo minuto, dopo che Maroni aveva spiazzato tutti, con la sua scelta di non ricandidarsi. La vittoria del marzo 2018, quando si era bel lontani dall’epoca Covid, era comunque nel cassetto. Questo perché la nostra Regione è da tempo governata saldamente dal centrodestra e la scelta di Giorgio Gori, già sindaco di Bergamo, non aveva certo la forza – fosse stato un Beppe Sala a nostro avviso sarebbe stato ben altro discorso per esempio .. – per poter contrastare un percorso di centrodestra che va avanti da decenni.

Del resto, “il signor Parodi”, non c’è ne voglia è un ottimo manager d’azienda, un buon sindaco per Bergamo, ma la sua popolarità difficilmente va un po’ più in là delle mura orobiche. Ed ecco che allora Fontana senza troppa fatica è arrivato a  Palazzo Lombardia. Ma i problemi erano dietro l’angolo. Bastava, appunto, guardare la composizione della Giunta.

La Lega ha infornato una serie di nuovi Consiglieri regionali e, di riflesso Assessori, che nella Prima Repubblica, difficilmente avrebbero potuto governare comuni sopra i 50 mila abitanti e al massimo amministrare comuni della grandezza di Magenta o Abbiategrasso tanto per restare vicini a casa. Alcuni illustre sconosciute, pensiamo a Martina Cambiaghi, piuttosto che a Silvia Piani da Mortara – “miracolata” già al giro precedente grazie al passaggio in Europa di Angelo Ciocca – il cui valore aggiunto all’esecutivo di Palazzo Lombardia, è oggi completamente oscuro.

Per non parlare di alcuni politici a fine corsa come Riccardo De Corato (Sicurezza) per i quali l’Assessorato è una sorta di premio alla carriera, o ancora, l’ex sciatrice Lara Magoni – arrivata a Palazzo Lombardia cinque anni prima come testimonial un po’ come l’ex campione canoista Antonio Rossi con la lista del Presidente Maroni – poi transitata in Fratelli d’Italia.

E anche qui concedeteci una battuta, che la Magoni sia assessore e che Viviana Beccalossi classe ’71, ex AN e oggi confinata nel gruppo Misto perché in rotta con le nuove logiche di FDI, beh, obiettivamente, risuona come un’autentica bestemmia in Chiesa. In mezzo a questa costante involuzione, va detto, è chiaro che Giulio Gallera, ha rivendicato e – da parte sua – rivendica legittimamente tutt’ora un posto in Giunta.

Occorre, però, al più presto alzare l’asticella e il ritorno dell’algida Letizia Moratti potrebbe in qualche contribuire a invertire il trend attuale. Miss Expo, già Sindaco di Milano però, da sola non basta. 

E allora stamani molti giornali danno nella rosa dei cavalli di ritorno anche Massimo Garavaglia. L’attuale deputato del Carroccio, già Vice Ministero all’Economia del governo Conte uno (5 Stelle Lega), è stato Assessore all’Economia con la Giunta di Roberto Maroni. 

Secondo i rumors attuali per Garavaglia, al pari di altri leghisti sarebbero pronti posti da sottosegretari e non da assessori Dario Galli (viceministro all’Economia nel Conte Uno, indicato per le attività produttive), Guido Guidesi (deputato della Lega di Codogno, indicato per le questioni sanitarie).

E’ un gioco ad incastro assai complicato, anche perché uno stravolgimento totale della Giunta lombarda, significherebbe un suo fallimento in toto. Una ammissione di colpevolezza legittimata dalla logica “del potere per il potere” ma che è ben lontana dall’idea di buon governo.

E’ per questo che Salvini evidentemente sta muovendo le sue pedine ma non lo può fare in maniera troppo brusca, poiché lui stesso è parte di questo fallimento.  Uscirne non sarà facile, perché è necessario da un lato considerare la rappresentatività dei partiti e solo in parte la qualità e lo spessore dei politici.

Diversamente anche l’ex sindaco di Magenta Luca Del Gobbo, avrebbe qualche possibilità per tornare in Giunta, ma il suo partito ad oggi – non ce ne voglia il buon Luca – ha lo stesso peso specifico del partito dei Pensionati…..e quindi, la presenza in Giunta dell’uomo per tutte le stagioni Raffaele Cattaneo basta e avanza. Del Gobbo, peraltro, le sue preferenze nel 2018 se le è conquistate tutte sul campo, ma a certi livelli serve anche altro (purtroppo…). 

Di sicuro, entro la fine di questo mese qualcosa a Palazzo Lombardia dovrà pur succedere. Ci sono ancora infatti due anni e mezzo per cercare di migliorare l’immagine di un governo lombardo obbiettivamente nelle pastoie e che sembra aver perso la sua forza propulsiva.

Serve un cambio passo. Un cambio di marcia anche in prospettiva 2023. Perché se è pur vero che Beppe Sala si ricandiderà ancora a Palazzo Marino e noi crediamo che vincerà senza problemi – e il PD ad oggi non sembra pensare concretamente a poter conquistare Palazzo Lombardia – è pur vero che oltre a vincere bisogna poi sapere amministrare. E’ quanto esattamente non sta facendo la Giunta Fontana. Ma il tempo per rimediare c’è. Basta volerlo. 

 

F.V.

 

 

Letizia Moratti 

 

 

         Giulio Gallera
Massimo Garavaglia 

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