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Dall'archivio:

Tanti auguri di buon compleanno al nostro Fabrizio Berto Provera, in pratica l’Evaristo Beccalossi di Ticino Notizie

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Abbiamo volutamente lasciato a fine giornata quest’articolo perché ci è piaciuto pensarlo bene e lasciarlo in dote al nostro amico, socio e sodale ormai da quasi un Ventennio a questa parte (sic!) perchè oggi Fabrizio Berto Provera, (Berto nome di Battaglia e non risulta all’anagrafe si badi per i non addetti ai lavori*), direttore editoriale di Ticino Notizie taglia il traguardo dei suoi primi 47 anni. Sicuramente 47 primavere vissute intensamente. Stamani di buon’ora tutta la redazione, così come i social ha messo in moto la “macchina degli auguri”, anche perché si fa prima a dire chi non conosce il Provera nel territorio incastonato tra il Ticino e il Naviglio, ossia, la nostra terra. 

Noi che siamo dei malati calciofili oltre che malati interisti all’ultimo stadio (a proposito quando cazzo fate tornare allo stadio comitato dei ‘saggi’?) abbiamo pensato ad un parallelo che è un omaggio ma che soprattutto calza a pennello al nostro collega. Fabrizio Berto Provera, infatti, sta a Ticino Notizie come Evaristo Beccalossi, il popolare ‘Becca’ per tutti noi cuori nerazzurri, stava alla Beneamata dei primi anni Ottanta.

Croce e delizia dei tifosi, un  numero 10 a tutti gli effetti. Uno che senz’altro non amava fare fatica e rincorrere l’avversario ma che poi ti deliziava con il suo sinistro, quel piede magico con cui allo stesso tempo era capace anche di errori incredibili. Anche quelli epici, com’è la natura anche del Nostro. Mi chiamo “Evaristo….scusate se insisto” e anche questo è uno slogan che calza a pennello al nostro amico. Già perché difficile, quasi impossibile, fargli cambiare idea. Così come quando decide di ‘imbracciare’ una causa e per portarla avanti. Di cui, vista l’arguzia e l’intelligenza fuori che certo non gli manca, per primo benissimo sa che sarà la causa dei perdenti, ma che lui porterà avanti lo stesso con coerenza. Anzi, con quell’illogica incoerenza che alla fine diventa, appunto, coerenza. State tranquilli che cercherà di convincere anche voi – mentre farà opera di auto convincimento anche su se medesimo (ma ovviamente in segreto) – della bontà della sua scelta. Lui è così, un fantasista della comunicazione. Poco da fare. Prendere o lasciare. Proprio come il Becca.  Proprio come quando  contro lo Slovan Bratislava andò due volte sul dischetto ed entrambe le volte…..beh le cose non andarono proprio bene. Il nostro Provera è così, così come il Becca che solo qualche mese prima mandò a quel paese il grande Enzo Bearzot, perché lui ai mondiali in Spagna, non andava a fare la panchina. Non era lì per fare la riserva ad Antognoni o a Bruno Conti. Allora o tutto o niente sennò meglio stare a casa sua. Anche FBP se ne sta sulle del rive del Naviglio all’umbriaà del campanile. Anche su questi aspetti caratteriali le assonanze con il nostro socio non mancano. Tutt’altro,perché la vis polemica e le litigate anche queste talvolta epiche non mancano nella sua storia da quanto lo incrociammo all’epoca di Città Oggi (fine anni Novanta) e proseguendo in un crescendo fino ad oggi.

Buon compleanno, dunque, Fabri direi che il ‘Si fa presto a dire pirla’ uno dei pezzi di maggior successo a livello teatrale e artistico di Paolo Rossi anche lui grande cuore nerazzurro ti calza a pennello (anche se ti “spacci” per gobbo) ; vabbé non è proprio della tua parte politica, ma sono certo che apprezzerai. Goditela e sboccia anche per noi. Auguroni!

F.V.

 

LODE A EVARISTO BECCALOSSI
(da “Si fa presto a dire pirla”)
Parola di Paolo Rossi

Questo pezzo è dedicato a due grandi talenti della cultura mondiale, che han fatto sì che alcuni di
noi, se pur perdenti, si ritenessero destinati a una vittoria futura e possibile.
Questi due talenti nel campo della cultura, della musica, dell’arte, dell’evoluzione in genere, sono
per me Charlie Parker ed Evaristo Beccalossi.
Forse mi rendo conto che molti di voi non sanno chi era Charlie Parker, allora spiego chi era Beccalossi.

Beccalossi è stato uno dei più grandi talenti inespressi del calcio italiano, stiamo parlando di gente che io ho visto, che molti hanno visto.Io non posso dimenticare una partita che era Inter-Slovan Bratislava. Io l’ho vista, chi l’ha vista sa di cosa sto parlando.Ad un certo punto l’arbitro diede un calcio di rigore all’Inter. Per chi s’intende di calcio, ma anche per chi non se ne intende, è facile capire la difficoltà per un giocatore, nella semifinale di Coppa UEFA, di tirare un calcio di rigore.
Lui guardò tutto lo stadio negli occhi e disse : ” Lo tiro io…” e io pensai con tutto lo stadio : questi sono gli uomini veri.
Prese la palla e la mise sul dischetto del calcio di rigore. Lo fece con la sicurezza dell’uomo che non avrebbe mai e poi mai sbagliato. E sbaglio. E io pensai : per me resta un uomo. Ma quando cinque minuti dopo, e chi ha visto quella partita sa che non mento, ridiedero un calcio di rigore all’Inter, per chi s’intende di calcio, ma a questo punto anche per chi non se ne intende, è facile capire la difficoltà per un giocatore che ha appena sbagliato un calcio di rigore, di riassumersi la responsabilità di ritirarlo.
Lui guardò tutto lo stadio negli occhi. E tutto lo stadio fece : ” No ! Puttana Eva…”.
“Lo tiro io !” E mise la palla sul dischetto del calcio di rigore con la sicurezza dell’uomo che non avrebbe risbagliato. E risbagliò !
E io pensai : per me resta sempre un uomo. Un po’ sfigato ma pur sempre un uomo.
Ma quando cinque minuti dopo diedero un calcio d’angolo all’Inter e lui guardò tutto lo stadio negli occhi, e tutto lo stadio disse : “Ma questo che cazzo ci guarda sempre?Che cazzo vuole, i soldi?” e prese la palla e la mise sul dischetto del calcio di rigore, io pensai : Forse è un pò fuori di testa! E non mi sbagliavo, perchè cinque minuti dopo rubò la palla sulla striscia del rinvio al suo portiere, che gli disse: ” Cazzo fai?”. ” E’ mia! Vado a casa, non gioco più, basta!” e attraversò tutto il campo.
Scartò tutta la squadra avversaria .Da solo davanti al portiere avversario fece una finta, scartò anche il portiere.
Davanti alla porta scartò anche la porta, con un dribbling unico scartò dodici fotografi.Palleggia, di tacco, di punta, di lingua; scarta tutti gli ultras, scarta tutti i poliziotti con i cani lupo;tutti quelli che stracciavano i biglietti…fa fuori un’altra inferriata…Scartò i bagarini, quelli che vendevano le pizzette, gli hot-dog…fu fermato solo in mezzo a piazzale Axum dal tram numero 15…
Quando si risvegliç, dopo dieci giorni di coma, la prima frase che disse fu : ” Beh, cazzo, ragazzi!
Se non è rigore questo qui ! “.

(*da “Si fa presto a dire pirla” di Paolo Rossi)

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