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Tangenti Milano/Varese, arrivano i primi patteggiamenti (ma non di Caianiello, per ora)

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MILANO  – Arriva il primo accordo per un patteggiamento, tra Procura e difesa, nella maxi inchiesta della Dda di Milano su un sistema di tangenti, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti alla politica che, poco piu’ di due mesi fa, ha portato a 43 misure cautelari.
L’istanza in fase di ultimazione, e che dovra’ essere valutata da un gup, riguarda l’imprenditore di Gallarate (Varese) Piero Tonetti, accusato di corruzione, e che potrebbe riuscire a patteggiare 2 anni, versando 50mila euro di risarcimento (il presunto prezzo della mazzetta per la variante di destinazione d’uso di un terreno su cui doveva sorgere un supermercato). E con l’attenuante specifica (che riduce la pena) per aver collaborato, prevista dalla legge ‘spazzacorrotti’. Diversi altri arrestati, dopo aver riempito pagine di verbali con ammissioni e dettagli, hanno gia’ espresso la volonta’ di patteggiare. Nino Caianiello, presunto ‘burattinaio’, invece, pare abbia deciso di non farsi piu’ interrogare per ora dai pm.
In uno dei tanti filoni di indagine, quello che ha coinvolto Tonetti, e’ stato iscritto nel registro degli indagati per corruzione anche Paolo Orrigoni, ad del gruppo Tigros (anche ex candidato sindaco a Varese per il centrodestra), tirato in ballo proprio da Tonetti, che era finito ai domiciliari, nel corso di un interrogatorio davanti al pm Luigi Furno.
D’intesa con Tonetti, secondo la versione di quest’ultimo, avrebbe versato l’anticipo di 50 mila euro di una presunta tangente, mascherata sotto forma di incarico ad uno studio di ingegneristica, per ottenere la variante di destinazione d’uso di un terreno a Gallarate, su cui aprire un nuovo punto vendita della catena dei supermercati.
Gia’ nei giorni scorsi era emerso che il numero di arrestati che vuole patteggiare e’ in continua crescita. Tra loro, Alberto Bilardo – ex segretario di FI a Gallarate e uno degli uomini piu’ a contatto con Caianiello – che ha collaborato in oltre 700 pagine di verbali, parlando anche, da quanto si e’ saputo, di un presunto sistema di mazzette in vigore gia’ diversi anni fa a Gallarate (verra’ ascoltato ancora). E poi Piermichele Miano, presunto intermediario di tangenti, Andrea Gallina, ex ad di Acqua Novara Vco, societa’ municipalizzata.
Anche Matteo Di Pierro, collaboratore dell’imprenditore Daniele D’Alfonso, dopo aver gia’ parlato dei presunti appalti truccati in Amsa (l’azienda milanese dei rifiuti), verra’ probabilmente ascoltato ancora e poi provera’ a patteggiare. Nei prossimi giorni sara’ interrogata nuovamente anche Laura Bordonaro, ex manager della societa’ partecipata Accam e che ai pm ha raccontato di aver sentito Caianiello, l’ormai ex eurodeputata Lara Comi (indagata), e Carmine Gorrasi, ex responsabile di FI a Varese, discutere “della necessita’ di costituire delle societa’ per far transitare dei soldi per finanziamenti elettorali ed al fine di far tornare parte dei soldi a Caianiello stesso.

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