BUSTO ARSIZIO Cinquanta euro: tanto avrebbe incassato e ottenuto “per aver raso la barba a una salma” un operatore dell’obitorio dell’ospedale di Saronno da un impresario funebre.
Un atto, segnala il giudice di Busto Arsizio che ha firmato l’ordinanza letta dall’AGI disponendo le dieci misure cautelari nell’ambito dell’indagine sulla presunta corruzione nell’obitorio di Saronno, non certo di pietas verso il caro estinto ma “contrario ai doveri d’ufficio” secondo la legge. Lo schema si sarebbe replicato piu’ volte vedendo protagonisti impresari di diverse ditte e lavoratori del luogo dove vanno a finire i corpi dei morti all’ospedale di Saronno. Altri 50 euro li avrebbe incassati un impresario “per avere vestito la salma di una donna. “Verosimilmente” la stessa cifra sarebbe arrivata da un altro operatore funebre nelle tasche di un dipendente come riconoscimento per “essersi attivato per conoscere l’esito del tampone” sulla salma di un uomo, giunto in una body-bag, cosi’ “da accelerare le procedure di ritiro e trasporto a cassa aperta”. Stessa somma da un altro impresario sempre in direzione obitorio “per avere mostrato” alla figlia il corpo del padre “prima di chiudere la bara”.