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Superstrada, il j’accuse e la solitudine di Fabrizio Castoldi: ‘Perso il 30% delle imprese sul territorio’

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ROBECCO ABBIATEGRASSO – Sabato mattina, silenziosamente e compostamente seduto in un angolo, nella sala consiliare di Robecco c’era una leggenda dell’industria lombarda ed italiana a fianco della parata istituzionale convenuta nella sala consiliare di Robecco.

Parliamo dell’ingegner Fabrizio Castoldi, presidente di BCS, l’erede della geniale e sfolgorante intuizione di Luigi Castoldi, suo padre, che a distanza di quasi un secolo continua a resistere, nei capannoni di Abbiategrasso e nelle unità produttive della più importante aziende italiana di macchine per l’agricoltura.

E Fabrizio Castoldi, impegnato da anni nel Comitato per il SI alla strada di collegamento Vigevano-Malpensa, ha parlato. Sommessamente, ma ha parlato-

“Nel corso di questi anni abbiamo perso il 30% delle industrie attive sul terrritorio, il che significa che abbiamo perso posti di lavoro. Le persone che quel lavoro non ce l’hanno più”, ha detto Castoldi, “la mattina si mettono in macchina per recarsi in altri posti di lavoro, di fatto intasando strade già inadatte per loro natura. Non possiamo dimenticare che le nostre strade più vecchie- quelle del’Abbiatense e del Magentino-  sono di origine medioevale. Inadatte, quindi, a supportare e sopportare il traffico e le merci che sono l’esigenza vitale per chi fa impresa. E quindi assistiamo anche a un forte aumento dell’inquinamento. Di recente si è fusa Confindustria Pavia con Assolombarda, e nel corso di quell’incontro ho sentito il ministro 5V Stelle Patuanelli fare un discorso marcatamente pro imprese; mi ha fatto piacere, da un esponente di quel partito. Dico e ripeto che la strada per Malpensa è determinante per lo sviluppo industriale. Non possiamo né dobbiamo perdere altro tempo”.

E la politica, in tutti questi anni, come ha risposto al grido di dolore degli imprenditori come Fabrizio Castoldi? La risposta, purtroppo, la conosciamo tutti.

Fab. Pro.

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