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Sunny Sweeney – “Married Alone” (2022). By Trex Roads

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

In una delle scorse storie vi avevo parlato di un artista che aveva iniziato con una famosa etichetta di Nashville e doveva la sua entrata nel mondo della musica country alle radio mainstream, ma che poi, come fulminato sulla strada di Damasco era tornato indipendente, tornato alle vere radici, al country della gente, quello delle confessioni e dei sentimenti forti. Una scelta che aveva dato una svolta.

Ecco amici, Sunny Sweeney da Longview, Texas ha fatto lo stesso percorso, anno dopo anno ha accresciuto la sua popolarità fra i fan di musica country indipendente, quelli che si abbeverano alla fonte di Cody Jinks, Whitey Morgan e Dallas Moore e ora con questo suo nuovo disco, arrivato a ben 5 anni dal precedente, è assolutamente diventata un riferimento saldo del country texano e non solo e la scelta di non farsi abbagliare dalle luci della città della musica ha pagato. Eccome se lo ha fatto!

Il lavoro è composto da 12 splendidi pezzi di un country dal sapore antico, ma moderno, prodotto da quel genio di Paul Cauthen assieme a Beau Bedford (dei Texas Gentlemen) e registrato a Dallas ai Modern Electric Sound Recorders.

Non posso evitare di raccontare la storia che sta dietro il ritardo nell’uscita di questo disco, una storia davvero drammatica che avrebbe potuto trasformarsi anche in tragedia.

Il proprietario degli studi di registrazione, il produttore Jeff Saenz avrebbe dovuto essere dietro la console per mixare l’album, ma la notte del 1° giugno 2021 perse entrambe le braccia e fu quasi ucciso. Durante quella notte nella sua casa di Little Forest Hills la corrente elettrica saltò e lui uscì nel buio del suo giardino per capire come mai, ma calpestò un cavo elettrico che era caduto e rimase fulminato. Perse entrambe le braccia, ma fu prontamente aiutato dai musicisti locali con una raccolta fondi e riuscì perfino alla fine del missaggio ad essere presente e aiutare Sunny e il resto della band a finire il disco.

Questo aggiunge emozioni e lacrime ad un disco che non lascerà tanti cuori indifferenti.

La Sweeney con i suoi testi racconta se stessa, il country, come spesso vi racconto è tutto qui, non ci sono feste patinate su un finto pick-up, ma ci sono errori e cuori spezzati, divorzi e discese nell’abisso delle dipendenze, c’è la famiglia e la solitudine. Questa musica se non è onesta non è credibile, lo deve essere anche in maniera cruda e devastante e Sunny Sweeney è una delle interpreti più credibili della sua generazione, ogni anno sempre di più.

Questo è quasi un concept album sulla vita di un essere umano che usa il country per aprire il suo cuore con sincerità, una donna che dopo due divorzi scrive una canzone con altri due artisti che come lei ne hanno collezionati altrettanti, raccontandosi, consolandosi in una sorta di catarsi fino ad arrivare a chiedersi se una canzone può sistemare tutto?

Se siete amanti del country degli anni ’70, avete amato Waylon Jennings e la sua banda di fuorilegge, quando farete partire il primo pezzo Tie Me Up crederete di aver sbagliato e di aver messo  l’LP sbagliato. Un suono dannatamente vintage ci prende l’anima, violino e chitarra, ma poi la voce splendida di Sunny ci risveglia e ci introduce nella sua biografia in note in maniera diretta. E’ un pezzo amatissimo, già sentito, ma non stanca mai, anzi questa versione aggiunge bellezza.

La title track, cantata assieme alla voce indimenticabile di Vince Gill, è una ballata struggente e malinconica il cui testo è una poesia di cuori infranti : “Potrebbero esserci anelli alle nostre dita / Ma siamo sposati da soli”, un brano che prende lo stomaco e che le due voci rendono pressoché perfetto. La catarsi di cui vi parlavo è tutta qua, parlare dei tuoi fallimenti che sono anche i fallimenti di chi ti sta attorno (e dei tuoi fans magari) aiuta a superare, anche se una lacrima probabilmente ti riga il viso mentre canti.

Someday You’ll Call My Name spezza l’aria appesantita e sfreccia via con una chitarra honky tonk, scatenata e divertente, ma è solo una parentesi perché la successiva How’d I End Up Lonely Again ci parla della conseguenza del fallimento dell’amore della canzone che dà il titolo al disco. C’è solitudine, c’è amarezza e c’è la poesia di Josh Morningstar e Channing Wilson che hanno co-scritto la canzone con lei e come vi dicevo qualche riga più su, con lei condividevano questi sentimenti e questi sentimenti invaderanno i vostri speaker.

A Song Can’t Fix Everything cantata in duetto col mitico Cauthen e scritta con l’ancora più leggendaria Lori McKenna, è invece una celebrazione del potere curativo della musica, un pezzo che avvolge l’anima e ti lascia pensare che spesso trascuriamo l’importanza che può avere una canzone per qualcuno, quello che riesce a fare è rispondere a domande che qualcuno nemmeno riesce a farsi sulla sua vita e il country è la quintessenza di questa maniera di fare musica.

In Want You Miss Me le chitarre sono rock avvolte in una cavalcata western, il sapore è diverso dal sentimenti precedente, qui c’è quasi la vendetta di una donna felicemente single che si prende rivincite sul suo ex. La voce di Sunny Sweeney è il nuovo classico del country al femminile, se cercate un’erede delle grandi del passato, ne avete trovata una.

Fa capolino anche un tocco delizioso di southern rock nelle pennate di chitarra in All I Don’t Need, in punta di piedi quasi, come il sottofondo di banjo e steel guitar, una canzone intensa e di una bellezza che rimane impressa, il resto lo fa la band a supporto dell’artista che è di qualità sopraffina.

La scossa honky tonk di Leaving Is My Middle Name scuote le fondamenta di un album più da ballate intense che da balli scatenati, ma la cosa piace e questo ottovolante emozionale è il segreto di un grande disco.

Il lavoro si conclude con un’altra ballata emozionante scritta assieme alla McKenna, Still Here, dove la Sweeney ci parla ancora a cuore aperto e si ritrova nella notte a guardare l’anello al suo dito, ma sembra dirci (e qui probabilmente non è solo una confessione personale, ma anche dedicata alla musica in sé) che lei non se ne va ed è appunto ancora qui.

Il testo che conclude Married Alone è una sorta di conclusione vera, dura, ma colma di speranza: “Ci facciamo del male a vicenda e non sappiamo perché / A volte l’amore si odia e la verità mentirà / Ormai qualcun altro sarebbe scomparso / Ma io sono ancora qui”.

 

Sunny Sweeney con questo splendido, sincero ed emozionante disco, entra di diritto nel novero delle leggende femminili della country music. Ci emozioniamo e piangiamo assieme a lei, balliamo con lei e cavalchiamo nella notte con lei, per poi ritrovarci da soli sdraiati sul letto a guardare i nostri guai e a chiederci se davvero una canzone non possa davvero sistemare tutto.

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link : https://trexroads.altervista.org/married-alone-suny-sweeney-2022-english/

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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