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Suinicoltura, senza un patto di filiera non ci sarà nessun sostegno pubblico da Regione Lombardia

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MILANO – Regione Lombardia, con Emilia Romagna, chiede che sia convocato il tavolo nazionale dedicato alla suinicoltura con l’obiettivo di sottoscrivere un patto di filiera. 

“Il settore suinicolo è in grande difficoltà – ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi Fabio Rolfi – e non può trovarsi in una situazione di grande litigiosità, frammentarietà e senza una visione comune di fronte alla possibilità di intercettare i pochi fondi messi a disposizione dal governo per le filiere in crisi”. 

 

Da qui l’appello di Rolfi a sottoscrivere un patto di filiera tra gli attori del comparto per condividere obiettivi a breve e medio periodo, “con l’intento – ha aggiunto l’assessore lombardo – di sostenere il settore ripartendo il valore tra i diversi livelli del comparto. Occorre sostegno al comparto delle cosce marchiate, quindi dei circuiti di qualità, ma di immaginare anche produzioni ulteriori che consentano di ridurre i volumi dei prosciutti mandati a crudo, ragionando sulla smarchiatura a cotto, e di promuovere con la Grande distribuzione organizzata il consumo di carne di suino italiano”.

Rolfi ha ribadito, inoltre, che “occorre ragionare anche sul bando indigenti, di cui attendiamo notizie da marzo. Non possiamo attendere il 2021. Il patto di filiera dovrà servire anche a condividere progetti importanti nel medio periodo, in una logica di integrazione e collaborazione, tra cui il rilancio del Sistema di qualità nazionale (Sqn) per valorizzare la carne di suino e dall’altro anche le iniziative legate al benessere animale”

Dalla Lombardia arriva inoltre un appello al consorzio di Parma, affinché dimostri rapidità d’azione a oggi mancata rispetto alla crisi del comparto.

“Sono settimane che abbiamo chiesto – ha detto Rolfi – di decidere sulla deroga del peso dei suini, per cui si rischia di andare fuori dalle regole previste dal disciplinare, in seguito alla contrazione del mercato. Questa lentezza non favorisce i buoni rapporti all’interno della filiera e neanche la redditività delle aziende agricole, oggi particolarmente sotto stress per la situazione complessiva”.

 

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