― pubblicità ―

Dall'archivio:

Strage Frecciarossa, il procuratore di Lodi: ‘Se lo scambio fosse stato dritto, il treno non avrebbe deragliato’

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

LODI –  “Se lo scambio fosse stato dritto per dritto, il treno non sarebbe deragliato, non e’ difficile da capire. Non era nella posizione che doveva garantire la libera percorrenza del treno”. Il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, ragiona in modo semplice, senza inoltrarsi in tecnicismi. Il treno Frecciarossa diretto da Milano a Salerno e’ deragliato all’altezza di Ospitaletto Lodigiano, in provincia di Lodi, provocando la morte di due macchinisti, perche’ qualcosa, nei delicati automatismi ferroviari, e’ andato storto, forse per l’errore umano di uno dei dipendenti di Rete ferroviaria italiana (Rfi), come si evincerebbe dalle prime verifiche.

 

    Il ‘punto zero’ dell’incidente e’ stato individuato a 500 metri dal punto in cui si e’ fermato il convoglio, in corrispondenza di uno scambio che, la notte scorsa, e’ stato oggetto di manutenzione. “I lavori vengono fatti perche’ qualcosa si e’ rotto, altrimenti non c’e’ motivo per essere li’ alle 4 e 30 del mattino”, afferma il magistrato che pero’ ha opposto il silenzio investigativo alla domanda se chi eseguiva quelle operazioni avesse avvisato, a un certo punto, di avere portato a termine il proprio compito: “Questo non ve lo posso dire, non possiamo fare ora il processo. Le indagini saranno rapide, ma nel rispetto delle regole e delle garanzie di tutti”.
    Al momento le ipotesi di disastro ferroviario, omicidio e lesioni colpose sono a carico di ignoti. Le indagini puntano all’errore umano, com’e’ evidente dai titoli di reato: “Nessuno ha messo ostacoli sulla linea ferroviaria, l’ipotesi di attentato non e’ mai esistita, quanto accaduto non e’ attribuibile a un atto volontario”. E allora lo spazio si restringe attorno a chi e’ incaricato di custodire e far funzionare le traiettorie su cui corrono, a 300 all’ora in questo caso, anche i treni dell’alta velocita’. Stando alle prime verifiche, la manutenzione lungo la linea ferroviaria teatro dell’incidente vicino a Lodi sarebbe stata “affidata a personale interno di Rfi” e non a ditte esterne in appalto, anche se Chiaro ci tiene a precisare che “le verifiche sono ancora in corso”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi