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Strada Malpensa e TAR/2, Domenico Finiguerra: ‘Noi ve l’avevamo detto’

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Quando nel novembre del 2002 ci presentarono il progetto della tangenziale ANAS nell’ambito del piano nazionale delle Grandi Opere previsto dalla Legge Obiettivo ci ritrovammo immediatamente, a Cassinetta di Lugagnano, insieme alla giunta di Albairate, con il sindaco Masperi. Ricordo le parole che mi rivolse il compianto sindaco di Albairate: “Finiguerra, questi adesso hanno la legge obiettivo e questa tangenziale ce la faranno passare sulla testa e sulla terra vergine. Sono tutti d’accordo!”.

Ed infatti erano tutti favorevoli alla tangenziale ANAS: il comune di Abbiategrasso con Fossati, il comune di Magenta con Del Gobbo, il comune di Robecco con Zanoni, il sindaco di Vigevano, la Provincia di Milano con Penati, la Regione Lombardia con Formigoni e Cattaneo.
Alle riunioni fiume che si svolgevano in quegli anni in Regione, i dirigenti Anas, in perfetta sintonia con tutti i comuni favorevoli, rispondevano alle nostre obiezioni sull’insostenibilità dell’opera, dal punto di vista ambientale, dal punto di vista tecnico, dal punto di vista economico, con le solite parole: siete piccoli comuni, il vostro parere è marginale e noi abbiamo la legge obiettivo dalla nostra parte.

Già. La legge obiettivo di Berlusconi e Lunardi. Quella che disponeva che le grandi opere potessero essere realizzate senza l’assenso delle comunità locali e superando ogni ostacolo con una semplice delibera del CIPE.
Ma da Cassinetta di Lugagnano, da Albairate, da Cisliano, da Ozzero (con i sindaci Galli e Chiodini) dai comitati, si andò avanti ad opporsi a quell’ipotesi scellerata che avrebbe pregiudicato per sempre il nostro territorio.

Lo facemmo a tutti i livelli. Proponendo il primo ricorso al TAR, presentando osservazioni tecniche puntuali e dettagliate accompagnate sempre da soluzioni alternative, evidenziando i danni per la biodiversità, il paesaggio, l’agricoltura, firmando esposti: alla Soprintendenza per i Beni Archettetonici e per il Paesaggio, alla Commissione Europea e all’Unesco, visto che proprio in quegli anni il Parco del Ticino aveva ottenuto il riconoscimento di Riserva della Biosfera dell’UNESCO.

Ogni passo contro il progetto Anas, ogni manifestazione, ogni esposto, ogni obiezione, erano sempre liquidati ai tavoli istituzionali dal fronte del SI come inutili e marginali. Anche la risposta dell’UNESCO al nostro esposto che avvertiva il Ministro, la Regione e il Parco che il progetto avrebbe compromesso il riconoscimento di riserva UNESCO!
Perchè loro avevano la legge obiettivo dalla loro parte e non potevano certo essere piccoli comuni, gli agricoltori, gli ambientalisti o i comitati, a fermare una Regione, una Provincia e tutti i comuni grandi anche 30 volte Cassinetta di Lugagnano. Ad una riunione in Regione obiettammo che il progetto era incompatibile con la riserva Unesco, con il Parco del Ticino, con la tutela del Naviglio Grande e che non sarebbe passato, perché avremmo fatto ricorsi ed esposti in ogni luogo possibile per contrastare un progetto che faceva acqua da tutte le parti.
Ma la risposta era sempre la stessa, monotona e senza argomenti: “non ci interessa, perchè noi abbiamo la legge obiettivo e la tangenziale ANAS la vogliamo. Punto.”
Ma purtroppo per i grandi comuni e per fortuna per il territorio, in quasi vent’anni ad essere passato è soltanto il tempo. Perché del progetto faraonico (che ormai ha quasi un quarto di secolo) che all’inizio doveva collegare la tangenziale Ovest a Malpensa, uscito già nel 2016 dall’elenco delle opere previste dall’allegato infrastrutture al DEF, e che oggi era diventato solo il modo per fare propaganda agitando la risoluzione dell’attraversamento di Robecco e Abbiategrasso (problemi che vanno affrontati, ma con gli strumenti giusti e proporzionati e senza i ricatti semaforici o l’arroganza di chi si sente forte dei numeri come Golia), come avevamo detto, non è rimasto più nulla. Come dicevamo non sarebbe passato. Non sarebbe passato perché c’erano grossi problemi tecnici, perché il Parco del Ticino Riserva Unesco merita qualcosa di diverso da una autostrada, perché in queste terre vediamo il genio di Leonardo.
Ed infatti ieri il TAR ha bocciato il progetto Anas. Sancendo la fine già annunciata da tempo del progetto ANAS che da anni giaceva ingiallito a Roma…

Adesso c’è da augurarsi che i sindaci ed i comuni del SI si ravvedano definitivamente, lascino quel progetto nel cestino in cui è stato gettato e si mettano subito al lavoro per definire in accordo con tutti i comuni le proposte necessarie a risolvere i problemi di mobilità del territorio.
Serve una circonvallazione a Robecco? Si faccia.
Serve una circonvallazione urbana ad Abbiategrasso? Si faccia.
Serve mettere a posto, allargare, raddrizzare, la strada Abbiategrasso-Robecco? Si faccia.
Serve eliminare i semafori e gli intoppi sulla Milano Baggio ed allargarla? Si faccia.
Senza l’arroganza di chi pensa di avere più forza o potere. Rispettando il territorio di tutte e tutta la comunità.
Facendo quello che serve davvero, nel rispetto del principio di efficienza ed economicità dell’azione amministrativa ed effettuando le dovute analisi costi benefici che dovrebbero sottendere tutte le opere pubbliche.
Guardando al futuro consapevoli che ogni soluzione deve essere ispirata dalla conversione ecologica.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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