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Stormi di Gru nella Valle del Ticino

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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MAGENTA – La migrazione delle gru è un vero e proprio spettacolo della natura che da qualche anno si ripete con regolarità nel mese di novembre. Nei giorni scorsi  molte persone che vivono nel Parco della Valle del Ticino e che di sera sono usciti per portare  a  passeggio il cane, per ritirare l’auto in garage o più semplicemente si sono affacciate a chiudere le imposte di casa hanno sentito sopra le loro teste dei richiami che si possono descrivere come dei “krrrru…..kru……krrru….krrrrrru”,  ripetuti decine, se non centinaia di volte. Di che cosa si trattava? Erano stormi di gru, che il freddo in arrivo in questi giorni aveva colto mentre si trovavano ancora nei loro territori di nidificazione, in Scandinavia o in Siberia, e tutto d’un tratto sono dovute partire per raggiungere le zone dove trascorrono l’inverno, situate soprattutto nella più mite Spagna.

E’ successo quindi che nel giro di poche sere migliaia di gru siano passate nei cieli del Parco, alcune provenienti da est, entrate in Italia dal Friuli  – Venezia Giulia, altre provenienti da nord, lungo la linea migratoria Lago Maggiore – Ticino, ma tutte dirette verso ovest.

I ricercatori della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, che da alcuni anni seguono il monitoraggio dell’avifauna del Parco, segnalano che la serata – nottata clou è stata quella tra il 14 e il 15 novembre, ma anche nelle sere e notti successive e ancora in queste sere molti stormi sono stati segnalati in transito. Alcuni stormi di gru sono stati anche osservati transitare di giorno, e chi ha potuto osservarle ha apprezzato la lentezza e l’eleganza del loro incedere, nonché la formazione a forma di “V” con la quale procedono, come i classici uccelli migratori che disegnano i bambini. Gli stormi sono composti in media da alcune decine fino a qualche centinaio di individui, ma sono noti stormi composti da oltre 1.000 individui!

Alcuni di questi stormi hanno anche sostato negli ambienti agricoli del Parco del Ticino per riposare e per rifocillarsi, scegliendo soprattutto campi con stoppie di cereali e poco disturbati, in quanto la Gru è una specie molto sensibile alla presenza dell’uomo. “Sono particolarmente soddisfatto di questa ulteriore segnalazione di presenze faunistiche importanti nel Parco del Ticino – commenta il presidente GianPietro Beltrami – ,per il valore in sé ma anche per il monitoraggio che siamo riusciti a fare sul territorio col determinante aiuto degli amici di Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Su questo argomento abbiamo una attenzione elevata e speriamo di riuscire a coinvolgere anche tanti volontari e tanti appassionati di natura in questa fasi  di osservazione in quanto, come è stato dimostrato, sono determinanti nel confermare al valenza naturalistica del territorio del Parco”. Di grande importanza è il fatto che negli ultimi anni alcune centinaia di gru abbiano deciso di non proseguire il viaggio fino alla Spagna ma di fermarsi a trascorrere l’inverno nel tratto di golena del Po che è compreso nel Parco del Ticino, alla confluenza tra i due grandi fiumi.

Qui le gru possono infatti trascorrere la notte in tranquillità, e di giorno si distribuiscono nelle campagne limitrofe per alimentarsi. In precedenza infatti la specie preferiva migrare restando a nord delle Alpi. I giorni possono variare a seconda di quando arrivano i primi freddi, ma il loro passaggio è garantito: è il segnale naturale che l’inverno sta arrivando.  “La conferma dei ripetuti passaggi delle Gru è un ulteriore segno della vitalità del Parco e del suo insostituibile ruolo di corridoio naturale delle migrazioni sia primaverili sia autunnali, così come area di svernamento – sottolinea il consigliere Fabrizio Fracassi –  Il che significa che abbiamo territori che possono ospitare specie faunistiche di grande rilevanza faunistica anche, come nel caso delle gru, sensibili alla presenza umana”.

 

 

 

 

 

 

 

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