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Stagione irrigua e siccità: preoccupazione al Nord, mentre al Sud è già crisi

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MILANO – Inizia in tutto il Paese la stagione irrigua. L’Osservatorio ANBI sullo stato delle risorse idriche fotografa un’Italia divisa in tre all’insegna di una moderata preoccupazione al Nord, di una sostanziale tranquillità al Centro e di una vera e propria  crisi siccitoria al Sud, dove deficitaria si presenta la disponibilità d’acqua. Per quanto riguarda la parte settentrionale del Paese, si confida che le riserve idriche immagazzinate dai laghi alpini, così come i ragguardevoli manti nevosi in montagna, possano alla fine determinare un buon andamento della stagione in avvio, a fronte delle poco rassicuranti portate del fiume Po, inferiori al 2019.

 

Sotto la media storica si presenta anche il Lago Maggiore mentre impensierisce altresì la condizione idrica dei laghi di Como e d’Iseo. Unico a non destare preoccupazioni è il Garda, che si attesta oltre al 92% del proprio riempimento. Dall’ANBI si sottolinea come l’andamento scarsamente omogeneo delle precipitazioni nel Paese confermi pienamente la necessità di nuovi invasi. La rete irrigua italiana è lunga circa 150.000 chilometri a servizio di oltre 3.363.000 ettari; grazie ad essa nel Paese si produce l’85% del Made in Italy agroalimentare. Sono urgenti interventi mirati, in un momento già di per sé problematico e contraddistinto da incertezza per via dell’epidemia in corso. In molte aree del Paese l’irrigazione è stata anticipata con la necessità di avviare gli impianti per il prelievo ed il pompaggio dell’acqua. Questa attivazione “sta facendo lievitare le bollette elettriche dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, che non godono di alcuna agevolazione tariffaria nonostante il servizio pubblico reso, come testimoniato dall’operatività garantita anche in tempo di emergenza sanitaria” informa Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. “Ciò, unito  al doveroso posticipo nelle riscossioni delle contribuenze a causa dell’epidemia Covid-19, rischia di creare una situazione di sofferenza economica per gli enti” conclude Gargano.

 

 

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