― pubblicità ―

Dall'archivio:

Speciale 74 esimo Locarno Film Festival: continuano le recensioni della ‘nostra’ Monica Mazzei

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

74. LOCARNO FILM FESTIVAL: CONTINUANO LE RECENSIONI DI MONICA MAZZEI.

Piazza Grande,
Prima mondiale
HINTERLAND, diretto da Stefan Ruzowitzky
Colore, 99’
Austria/Luxemburgo, 2021

Un film che mescola venature horror e thriller ironizzando a volte sulla fragilità umana. I personaggi (attori in carne ed ossa), sembrano muoversi come figure mobili ritagliate su un fondale dipinto. I colori sono cupi, l’atmosfera è esausta come i suoi protagonisti e sembra sempre sospesa tra il giorno e la sera.
Sullo schermo di Piazza Grande spiccano schiere di palazzi e case lievemente perpendicolari, come se tutto il mondo in cui la storia è ambientata stesse per sgretolarsi da un momento all’altro.
Un gruppo di soldati torna da una battaglia truculenta, nella quale hanno perso molti amici. Hanno perso anche la guerra e sono sfiniti, affamati, tormentati dal ricordo di un campo, sul quale hanno lasciato molta della loro umanità.
Perg torna nella propria dimora per scoprire che tutto è andato avanti senza di lui e fatica a trattenere una rabbia sempre pronta ad esplodere.
In una realtà nella quale tutti manifestano una violenza sprezzante di qualunque regola, poco alla volta i suoi compagni di guerra verranno massacrati e fatti ritrovare in pose simboliche.
Trovare dentro di se’ l’amore sarà l’unica soluzione per rovesciare un destino che pare già scritto, portando finalmente la luce in
quel mondo oscuro.

Prima mondiale.
Concorso Cineasti del Presente.
AGIA EMI, diretto da Araceli Lemos
Colore, 111’
Grecia/Francia/USA, 2021.

Due sorelle filippine vivono insieme in una comunità di fede cattolica, in Grecia.
La madre ha fatto ritorno al Paese natio e la sentono solo attraverso le video chiamate. Non è facile dare un senso ad una vita a tratti squallida, riempita solo da un umile lavoro e i canti della chiesa locale, unico punto di riferimento di tutta la cittadina.
Teresa, la maggiore, ha bisogno d’amore e cede alle avances di un giovane greco, rimanendone incinta.
La sorella minore osserva tutto con uno sguardo severo e silenzioso, senza mai pronunciarsi. Emi è misteriosa. Sembra priva di emozioni umane e a volte suscita diffidenza per questo. In realtà, non sopporta i comportamenti sleali e in particolar modo, quelli del ragazzo irresponsabile di Teresa. Un guaritore locale la introdurrà a pratiche curatrici e pian piano emergerà in lei un potere occulto.
Ma a guidare Emi è il bene o il male? Questa è la domanda.

Prima mondiale.
Concorso internazionale.
AFTER BLUE (PARADIS SALE), diretto da Bertrand Mandico
Colore, 130’
Francia, 2021.

La storia inizia con un primo piano della protagonista che sta narrando le proprie vicissitudini ad una sconosciuta voce fuori campo.
Roxy è una giovanissima che vive su un nuovo pianeta, dopo che l’umanità è fuggita da una Terra distrutta.
Qui non ci sono uomini, poiché solo chi è dotato di ovaie sopravvive nella strana atmosfera di After Blue, un mondo con molte regole fuorché nel sesso, praticato molto liberamente. Lei stessa, definita “tossica” dalle coetanee che la emarginano, vista la mancanza di abitanti di sesso maschile, è nata grazie ad una inseminazione.
Il film si basa su un intreccio che mescola fantascienza ed erotismo lesbo, rimandando un po’ ad una cinematografia anni Settanta.
Quel che è certo, è che qui la vita stessa sembra in saldo senza mezze misure.

Prima mondiale.
Concorso internazionale.
LA PLACE D’UNE AUTRE, regia di Aurelia Georges
Colore, 112’
Francia, 2021.

1914.
Nelie è una giovane francese rimasta sola, che si arrabatta in ogni modo per sopravvivere.
Cacciata da una casa in cui lavorava come domestica, fa ritorno al marciapiede, finché non viene notata e arruolata nella Croce Rossa.
In un rifugio fa la conoscenza di Rose, una ragazza svizzera, che rimarrà mortalmente ferita in un bombardamento sul loro casolare.
Prima del ferimento, Rose le aveva confidato i propri progetti di per ricostruirsi un’esistenza.
Sarà così che Nelie si sostituirà a lei, presentandosi alla ricca dama, cui avrebbe dovuto candidarsi la vera Rose.
Le cose andranno bene fino ad un colpo di scena inaspettato: Rose non era morta.
Tra le due ragazze si accenderà una acerrima lotta per il ruolo nella casa della benefattrice. Nelie proverà anche a proporre all’altra un compromesso che favorirebbe entrambe, ma Rose non ci sta: rivuole la propria identità e la restituzione di ciò che considera un diritto.
Si tratta di una storia inusuale, vissuta tutta con il fiato sospeso, in un susseguirsi di fatti esplosivi in crescendo, che porteranno però la ricca dama ad affezionarsi sempre più a Nelie…

Prima mondiale.
Concorso cineasti del presente.
BROTHEROOD, regia di Francesco Montagner
Colore, 97’
Repubblica Ceca/Italia, 2021.

Film dall’ambientazione molto essenziale.
Predominanti i dialoghi, in un insieme di scene che conferiscono a tutta la pellicola una grande staticità.
Tre giovani fratelli bosniaci vivono di pastorizia insieme al padre, guida islamica ortodossa del loro villaggio.
Le giornate trascorrono con semplicità e pochi, delineati orizzonti; fino al giorno in cui il genitore sarà accusato e condannato alla prigionia per terrorismo in Syria.
Egli era molto severo con loro e ne aveva già stabilito in precedenza il futuro, senza ritenere necessario domandar loro un parere.
Quando i tre ragazzi si troveranno per la prima volta da soli, si scopriranno anche padroni delle proprie esistenze.

Prima mondiale.
Concorso cineasti del presente.
KUN MAUPAY MAN IT PANAHON, diretto da Carlo Francisco Manatad
Colore, 105’
Filippine/Francia/Singapore/Indonesia/Germania/Qatar, 2021.

Una tempesta terribile ha appena distrutto un vasto limbo di terra nelle Filippine.
Numerosi i cadaveri sparsi e abbandonati.
È fra loro che si risveglia, incolume, uno dei giovani protagonisti.
L’indifferenza davanti al peggio caratterizza tutta questa vicenda resiliente: gli abitanti di questo tratto di mondo, sono consapevoli di essere alla mercé di fatti incontrollabili, e non hanno spazio per i sentimentalismi.
Tuttavia, il ragazzo ogni tanto manifesta cedimenti. È la sorella la sua spina dorsale: con i suoi canti che somigliano a ninne nanne, lo consola e sostiene come si fa con un bambino. Ritrovano anche la madre. Manca solo il padre, svanito nella tempesta.
Mentre un’altra catastrofe atmosferica incombe, madre e sorella manifesteranno la capacità di costruirsi un obiettivo e una identità, nonostante gli avvenimenti, spiazzando il ragazzo, che chiederebbe solo di restare uniti.
Sullo sfondo, superstizioni religiose come unico appiglio e canti per resistere a tutto.

 

A cura di Monica Mazzei

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi