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Social & libertà di pensiero: Facebook li ha cancellati in una notte ma nemmeno tu sei al sicuro

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

“Ha destato un certo stupore – tanto che  ne  hanno parlato anche i grossi media – la decisione di Facebook ed Instagram di cancellare in una notte senza colpo ferire numerosissimi profili di organizzazioni e personaggi appartenenti alla Destra radicale italiana. La decisione se da un lato è stata fatta passare come strettamente in coerenza con quella che è la policy dei social media di Mark Zuckerberg dall’altra, crediamo, noi apre una riflessione a tutto campo su quale sia effettivamente la democrazia del web e, nella fattispecie dei social?

E’ corretto coartare in questo modo le idee e la libertà di pensiero sancita dall’articolo 21 della nostra Costituzione, è corretto rispondere con un’azione unilaterale e che certamente poco a che vedere con le categoria della Democrazia a chi sarebbe tacciato di fascismo? Il tema a nostro avviso è assai complesso, non tanto per il singolo caso di specie – che comunque non può passare sotto traccia e lascia aperti parecchi interrogativi – ma per quello che potrebbe starci dietro.

Applicando e portando agli estremi questo “modus operandi”, chi decide le regole del gioco? Chi può considerarsi effettivamente al sicuro? Quanti di noi,  anche il nostro stesso quotidiano on line, ha ricevuto segnalazioni che portano con sé sospensioni, impossibilità ad accedere ad alcuni gruppi social di pubblicazione, ect. ect.? Chi decide? Chi è l’arbitro? Chi esamina e con quali criteri queste segnalazioni? Qualcuno non a caso, parla di ‘dittatura del web’. Il che di per sé, appare un vero controsenso in termini, visto che la rete dovrebbe essere per definizione libera. 

A questo proposito, vi proponiamo un contributo di Matteo Spigolon, Fondatore di Fabrica Politica è che in linea con quanto esposto poc’anzi. Buona lettura

Fabrizio Valenti

 

 

Nel giro di una notte Casapound e Forza Nuova sono state virtualmente cancellate dai social media di proprietà di Mark Zuckerberg: Facebook e Instagram.

 

Non sto parlando di sospensione momentanea (un giorno, un mese, etc.), ma di vera e propria rimozione di tutti i profili e pagine dei due partiti e dei rispettivi leader nazionali e locali.

Se li cerchi non li trovi più (tranne qualcuno che è riuscito, per il momento, ad aggirare il ban rientrando dalla finestra).

Tanto per rendere l’idea: sono state oscurate le pagine di Gianluca Iannone, Simone Di Stefano e Roberto Fiore. Spariti dagli schermi decine di account vicini alle due organizzazione di estrema destra.

Un vero e proprio repulisti.

Senza contare quello iniziato in primavera, che ha raso al suolo centinaia di organizzazioni e associazioni in tutta Europa.

Tutti questi soggetti caduti all’inferno hanno una cosa in comune: la loro appartenenza all’area politica di estrema destra e del sovranismo spinto.

Facebook ha dato questa spiegazione ufficiale: “Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia. Gli account che abbiamo rimosso oggi violano questa policy e non potranno più essere presenti su Facebook o Instagram.”

A questa operazione di censura hanno plaudito Laura Boldrini (nella foto sotto in mezzo)  e alcuni esponenti del PD (vedi sotto in basso Emanuele Fiano).

Io penso non ci sia nulla da gioire, perché con questa operazione Facebook ha varcato il Rubicone e non potrà tornare indietro: da oggi in avanti tutti sono a rischio, anche quelli che oggi esultano e pensano di essere al riparo. Le regole (non sempre trasparenti) saranno sempre più stringenti e sempre più discrezionali.


 Fascisti, comunisti, democristiani, leghisti, grillini, piddini…conta poco. Ce ne sarà per tutti, ve lo garantisco, non verrà risparmiato nessuno….

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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