TOKYO – CASSINETTA Simone Barlaam, argento nei 100m farfalla S9 ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020 (terza medaglia per lui in questa edizione), è nato a Milano il 12 luglio del 2000.
Tesserato per la Polha Varese, è all’esordio a una Paralimpiade ma nel suo palmares spiccano già le cinque medaglie d’oro ai Mondiali di Londra del 2019 (50 sl, 100 sl, 100 dorso, 100 farfalla, 4×100 sl), insieme ai due ori (50 sl e 100 sl) ai Mondiali di Città del Messico del 2017, cui si sommano l’argento nella 4×100 sl e il bronzo nei 100 dorso.
Nato con una coxa vara e una ipoplasia congenita del femore destro, si è avvicinato al nuoto perché – dice in un’intervista all’agenzia Dire- “l’unico sport che da ragazzino potevo praticare considerata la mia disabilità: l’acqua, infatti, era l’unico ambiente che mi permetteva di fare attività fisica senza mettere a rischio il mio femore”.
Si avvicina allo sport paralimpico nel 2014, iniziando con il paratriathlon. Le persone più importanti nel suo percorso sportivo sono l’allenatore Massimiliano Tosin e il compagno di Nazionale e portabandiera dell’Italia a Tokyo 2020, Federico Morlacchi: “Federico per me è un mentore nonché un fratellone maggiore che mi ha fatto crescere e aiutato a diventare quello che sono”. Nel suo percorso di crescita fondamentale è stato anche il lavoro di Micaela Biava, il supporto della sua società, la Polha Varese, e il sostegno della famiglia e degli amici. “Del nuoto amo i momenti in condivisione con tantissime persone e il poter girare il mondo”.
L’atleta che lo ha ispirato maggiormente è Kobe Bryant: “Il suo modo di pensare la quotidianità mi piace molto e mi ci ritrovo abbastanza”. Un brano che non può mancare nella sua playlist è ‘Close to you’ nella versione di Mario Biondi. Tra le sue molte passioni, ci sono disegno, arte, video making, fauna marina, tecnologia. Curiosità: nel 2017 è partito per l’Australia per frequentare il quarto anno di liceo come studente straniero a Sydney.