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Sfratto al patriarca, di Emanuele Torreggiani

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In “Frammenti di un discorso amoroso”, il grande normanno del Novecento Roland Barthes scrive che “i dettagli sono sempre significativi”. Lo sono in un testo, in una scultura, in una pittura, in un film…, sono significativi, i dettagli, nella vita, dunque in quella nostra, quella di tutti i santi giorni che il buon Dio concede. Significativo lo si traduca con dare senso. Il significato delle cose.

Ecco. Giuseppina Fattori, raggiunta l’età dei patriarchi, viene sfrattata da una casetta in legno a San Martino di Fiastra, piccolo comune dell’entroterra maceratese colpito dal terremoto. Ha novantacinque anni. Nasce nel 1922. Ha visto la guerra e l’ha subita, basterebbe questo per considerarla, Giuseppina Fattoria, significante. Il suo esserci è la testimonianza del senso delle cose che vanno. Andrebbe pertanto onorata. Renderle l’onore di essere quello che è: l’anziano. In ogni cultura autentica il soggetto anziano è ascoltato, rispettato e riverito. Per cultura autentica intendo quella che spiritualmente nasce e poi cresce costruendo un popolo: tutti coloro che vi si riconoscono. Le leggi seguono, temperate dal diritto che è sempre figlio della temperanza spirituale, la cultura originaria. Poi accade che il dettaglio originario, lo spirito, sia considerato scarto. E pertanto allontanato.

La signora Giuseppina Fattori, nella sua casettina di legno costruitagli dai figli che seguono il desiderio della loro madre di rimanere nell’abitato che l’ha vista vivere, lei infatti vive la sua vita al passato, hanno costruito non per le assi e le capriate intese come intervento patrimoniale, quindi commisurabile di sanzione, essi hanno costruito per amore, un dettaglio spirituale. Ecco dunque l’iniquità di un intervento di legge miserevole, non per la legge in sé stessa, ma per gli uomini che l’applicano. Insiste, in ogni legge, la possibilità della grazia. Mai come in questo caso essa poteva essere comminata. Non fa specie che alcuno sia intervenuto, dal presidente della repubblica alle associazioni caritatevoli alle solidarietà femministe. Tutti questi soggetti rappresentano un potere politico o economico o propagandistico. Non certo un’autorità che è il significante dello spirituale che si manifesta solo con l’amore. Quindi l’urna sacra in cui la signora abita da tempo, e nella quale ella si identifica, deve esser abbandonata per una decisione, legale, che non sa più comprendere, e per nulla, il proprio valore autentico che è quello di proteggere, come un padre e una madre in corpo unito, il suo popolo, e possibilmente amarlo. Sfrattiamo un patriarca per lasciarlo morire nell’anonimo disanimato, per lei, panorama cittadino. Qui lo Stato Italiano si dimostra Levitano. (Sarà chiaro, anche agli asini, che scrivo a mio avviso, non sono né un giurista né lo desideravo da bimbo, non sono nessun altro di un uomo che scrive).

Emanuele Torreggiani

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