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Sentieri pericolosi lungo il Ticino: rischio crollo sponda a Castelletto di Cuggiono

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CASTELLETTO DI CUGGIONO Amanti nella mountain bike, il Parco del Ticino è la miglior palestra naturale di allenamento. Da diverso tempo però non tutti i percorsi sono utilizzabili e, anzi, alcuni risultano essere pericolosi. Una transenna munita di cartello di divieto è stata piazzata all’ingresso del sentiero che porta alla lanca del Ticino a Bernate. Il ponticello che sovrasta l’attraversamento di una delle zone più belle, patrimonio della biodiversità, è rotto da diversi mesi. Almeno dal periodo di pieno lockdown ed è ancora impossibile percorrerlo.

Non ci sono cartelli di divieto, invece, andando verso nord. Dove alcuni tratti sono pericolosissimi e chi li percorre in biciclette potrebbe rischiare grosso. Si entra all’altezza di Castelletto di Cuggiono per proseguire verso nord in direzione Robecchetto. Ad un certo punto il Ticino forma una erosione che si sta mangiando almeno due, tre metri di costa all’anno. Una situazione contro la quale c’è poco da fare. E’ la potenza della natura che si sta mangiando la sponda e che prosegue imperterrita già da alcuni anni soprattutto in tempo di piena, con buona pace dei proprietari di quei terreni che hanno più volte interpellato il Parco del Ticino. In sostanza l’acqua scendendo verso valle ha incontrato un ostacolo. Dalla parte opposta, sul lato piemontese, è stato realizzato un bosco. Una difesa che l’acqua ha aggirato formando una ellissi per proseguire il viaggio del fiume. A spese della costa che viene letteralmente divorata.

“Oggi, in periodo di secca, è ben visibile – commentavano alcuni bikers – resta il fatto che siamo in un’area pericolosa per chiunque. Anche chi la percorre a piedi potrebbe sprofondare per diversi metri. Figuriamoci chi arriva in bicicletta e non è pratico del percorso”. Non è un problema da poco. Andando avanti di questo passo l’erosione potrebbe raggiungere la vicina roggia di Baragge che porta l’acqua alla centralina elettrica. E sbarrare completamente la fornitura di acqua. Mancano ancora un centinaio di metri, ma forse a detta di molti si dovrebbe intervenire. Lo scorso anno la cosa venne presa in considerazione anche dall’amministrazione, ma poi il comune è stato commissariato. “Auspichiamo che con le nuove elezioni chi andrà ad insediarsi consideri anche questo problema – commenta un proprietario – Intanto lungo il percorso mancano le segnaletiche di pericolo. Se il terreno cede improvvisamente, cosa tutt’altro che improbabile in alcuni punti, è un bel guaio. Se qualcuno sprofonda ed è da solo potrebbe anche darsi che non venga ritrovato immediatamente. Urge intervenire per questione di sicurezza. Altrimenti che si sbarrino gli ingressi lungo questi tragitti”.

 

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