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Sedriano è come Platì, ma non ce siamo accorti. In difesa di Alfredo Celeste

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

SEDRIANO – Il tema è insidioso, spinoso, irto di scogli. Ma tocca affrontarlo dall’ottica che tutti o quasi fuggono a gambe levate. Perché se un conto è sostenere senza se e senza ma le ragioni dell’ANTIMAFIA, altra cosa è giudicare la smania manettara e giustizialista di una CERTA ANTIMAFIA.

E allora ripartiamo da qui. Stasera, mercoledì 20, a Sedriano (sentina, proscritta, madre di tutti i peccati, o forse no) si tiene l’ennesimo convegno su ndragheta, mafia e dintorni.

Ci sarà Elia Minari, presidente di Cortocircuito, che è (lo apprendiamo dal loro sito) un’associazione culturale antimafia nata nel 2009 a Reggio Emilia, formata da giovani di diverse città del Nord Italia specializzati in diverse discipline, esperti di criminalità organizzata e  corruzione. Le attività sono iniziate, dieci anni fa, con il giornalino studentesco indipendente Cortocircuito, composto anche da una web-tv, di alcuni licei e scuole. Attualmente è l’associazione antimafia del Nord Italia più premiata. Realizza attività di ricerca, formazione e divulgazione.

E fin qui bene. Attivismo giovanile, buona cosa. Ci sarà la dottoressa Alessandra Dolci, cui fanno riferimento diverse indagini ad alta pericolosità, assieme ai consiglieri regionali Grillini Piccirillo e Monica Forte. Con loro Elia Minari, fondatore di Cortocircuito.

Di seguito il programma completo.

Luigi Piccirillo Consigliere regionale
componente Commissione Antimafia di Regione Lombardia, presenta:

LA ‘NDRANGHETA IN MILANO E PROVINCIA

Relatori:
• Alessandra Dolci
Capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano

• Monica Forte
Consigliere regionale, Presidente Commissione Antimafia
di Regione Lombardia

• Elia Minari
Fondatore dell’Associazione Cortocircuito,
autore del libro inchiesta “Guardare la mafia negli occhi”

 

Tutto bene? No.

Non va bene, specie a chi scrive, che si torni alla consueta narrazione della collusione in un Comune che, dopo essere stato sciolto da Angelino Alfano per mafia, HA VISTO DAPPRIMA ANDARE A PROCESSO L’ALLORA SINDACO ALFREDO CELESTE SENZA ALCUNA ACCUSA DI COLLUSIONE MAFIOSA, MA SOLO PER CORRUZIONE. E DOPO CHE LO STESSO CELESTE E’ STATO ASSOLTO ANCHE DALLE ACCUSE DI CORRUZIONE.

Poi cosa accade? Accade che la Suprema Corte di Cassazione toglie l’aggravante mafiosa ai condannati legati in qualche modo al caso Sedriano.

Capito l’antifona? Sedriano era mafiosa a sua insaputa, il sindaco (a capo dell’Amministrazione che avrebbe tramato con gli eredi di Lucky Luciano e Vito Corleone, in un continuo aggrovigliarsi di verità, semi verità, accuse, condanne e assoluzioni) viene scagionato da OGNI ACCUSA, ma l’onta rimane.

E rimane non perché ci sono magistrati che indagano, com’è giusto e sacrosanto che sia. Rimane per la colpa del corto circuito (quello sì!) mediatico giudiziario, dei giornalisti che sull’antimafia hanno l’idea di costruirci carriere, delle forze politiche lontane millenni dalla presunzione di innocenza e dal garantismo, pilastri del nostro ordinamento ignorati da molti esponenti del Movimento 5 Stelle, cui basta spesso un avviso di garanzia per lanciare accuse che sono condanne a prescindere (poi però arriva il caso di Elisabetta Trenta, e perdono la parola e la voce, molti di loro).

Non va bene, affatto. Non va bene che ad Alfredo Celeste, che il sottoscritto ha sempre difeso senza esitazione, non sia ancora stato restituito il ‘maltolto’, ossia la montagna di contumelie, offese e parole irriguardose dei professionisti dell’Antimafia.

Sui quali torneremo presto, perché dalle aule di Tribunale (guarda un po’) sta per arrivare una notizia che sconquasserà il panorama dei gazzettieri che fremono al solo tintinnar di manette.

Per questo (e per molto altro ancora) ribadiamo che Sedriano non è Platì, sperando che qualcuno ricordi la bizzarria di un Comune sciolto per infiltrazioni mafiose.. Senza che nessuno abbia ravvisato presenza di mafie. C’erano solo, e ci sono, gazzettieri rancorosi e con la bava giustizialista alla bocca. Persone sgradevoli, sotto ogni profilo. 

Forza Alfredo, addà passa a nuttata.

Fabrizio Provera

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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