INVERUNO – Ho letto la notizia di un florvivaista raggiunto da un provvedimento cautelare del Gip di Milano. Non conosco i fatti. Ma vedo che in forza della ” velina ” tutti i giornalisti locali ( senza sentire le sue ragioni, come sarebbe d’obbligo )lo hanno già condannato. Subito arrivati i commenti politici ” democratici ” sul caporalato mafioso. E, ho pensato ai miei clienti sottoposti allo stesso trattamento e, poi, assolti. Notizia data con un trafiletto a piè di pagina. La presunzione di innocenza prevista dalla Costituzione è un principio troppo elevato e democratico per essere rispettato dalla ” stampa ” italiana. Alla quale nulla importa delle vite distrutte. In questi casi sono orgoglioso di essere stato il loro avvocato.
Cominciamo da qui. Dall’amara riflessione di Giovanni Marradi, avvocato tra i più noti del Magentino-Abbiatense, già Vice Pretore della gloriosa Pretura di Abbiategrasso e già (pure) maestro di garantismo. Disciplina poco praticata e diffusa, in Italia, dove la degenerazione manettara e giustizialista è un cancro che ammorba la politica e la vita delle persone da decenni.
Cominciamo da qui per ricordare e ricordarci che neppure un arresto e una indagine clamorosa, come quella della Gdf magentina di ieri a Inveruno, legittimano CHIUNQUE ad emettere sentenze preventive. I processi si fanno e si celebrano nei Tribunali e nelle aule di giustizia. Punto.
Siamo pressoché gli unici a NON aver rivelato e scritto il nome della persona arrestata, e molto nota. Ciò detto, e ribadendo che Ticino Notizie è e sarà sempre baluardo del garantismo, alcuni dei commenti in calce al nostro pezzo di ieri (che ha superato le 30mila letture e contatti) ci sono apparsi preoccupanti.
La realtà è che una piaga antica e sanguinosa come il caporalato appare così lontana dal cuore ricco (adesso un po’ meno..), opulento e benestante della Lombardia e della nostra provincia. Caporalato è una parola che evoca scenari e panorami diversi, giovani uomini o anche donne in fuga dal continente Nero o da paesi in guerra che cercano in Italia e in Europa una condizione diversa (a volte, purtroppo, peggiore).
Non è facile pensare che i ‘caporali’ possano essere a Inveruno, Magenta o Legnano. E invece, se l’indagine della Procura di Milano portasse a condanne o ammissioni di colpevolezza (per ora ci sono stati sequestri a sei zeri, quindi da oltre 1 milione di euro), verrebbe dimostrato che nell’est Ticino, e per anni, donne e uomini della nostra ubertosa terra di Lombardia hanno subito sfruttamento e diritti calpestati. Lavorativi ed umani. Vi lasciamo quindi alla lettura di alcune delle testimonianze pervenute. Omettendo i nomi. Perché non contano quelli. Contano le esperienze vissute, e descritte con certosina lucidità anche a distanza di 5 o 10 anni.