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‘Se Dio non c’è, allora è cattivo’. Un anno fa moriva Andrea Pinketts nel commiato di ET

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Un anno fa, era il 20 dicembre del 2018, il maestro Andrea G. Pinketts lasciava il mondo terreno. Questa sera, fino a tarda ora, verrà omaggiato tra la mura della sua seconda casa (o forse più), Le Trottoir di piazzale XXIV Maggio a Milano. Per omaggiarlo dovutamente, Ticino Notizie ripropone il pezzo di commiato scritto in morte di Andrea dal nostro ET. A buon rivederci, Maestro. Sursum corda.

“Se Dio non c’è allora è cattivo”, basterà questa grottesca per dare la cifra di uno stile. Il suo. Lo scrittore è tutto lì, dentro la lingua. E la lingua è tutto. Una torba sedimentata nei millenni, da cavarci fuori inferno e paradiso, limbo di bonacce da trafugare in tempeste di sangue e morte in metamorfosi di amore. Trapunte di storie che si inventa lì per lì. Una malattia cronica che diagnostica quanto questa vita non sia sufficiente, a che?: a vivere. E peschi a strascico lungo il fondale, tutto è buono tanto il pescecane quanto il pesciolino d’oro, anzi, il pesciolino d’oro così comune sulla battigia è roba grossa, grossissima da scriverci sopra dell’uomo comune. Solo pochi lo fanno facendosi un male terribile, un dolore da sfiancare le reni alla Lesbia che si faceva montare in ogni angiporto mentre Catullo ci piangeva sopra e ce l’ha consegnata nello splendore di un distico che fa impazzire ogni liceale di rango. Già, alla fine rimane solo quello, di tutto quanto: un libro. Ed è già tanto. Di un libro poche pagine, delle poche pagine una frase. “Se Dio non c’è allora è cattivo”.

 

Che poi fosse stato investito della Legion d’onore delle belle lettere in quella Francia che sa ancora discernere, malgrado le apparenze appesantite dalla politica di cui, sia detto per inciso in un sottolineato grassetto, dopo Ton Ton Mitterand, non ci frega niente. E ci frega di Ton Ton perché fu lettore di lungo corso, il corso di una vita intera. Ed anche la sua uscita, di Lui che accompagna il camione all’inceneritore di Parigi con dentro quintalate di note, noticine, dossier, insomma tutta la merda della mediazione politica, anche questa uscita è gran roba letteraria concepita in qualche falesia su al Nord leggendo Il Presidente di Simenon, un capolavoro misconosciuto di understatement, cioè quel saper dire le cose un poco meno delle cose. E dicendo poi tutto, in quel gran fuoco. Cenere alla cenere e polvere alla polvere. Ma c’è una differenza, Madonna Santa, Santissima Avvocata nostra. E ancora in quella seminottata dove non si bevve quasi nulla, per dirla ai puristi del salutismo, Andrea Pinketts con gli amici che compaiono in foto sparse e raggruppate causa lutto, intrapresero un intrattenimento per così dire letterario, molto alla buona, nel senso che era roba buona tanto da sentire quanto da mangiare. E la gente, da gens, la nostra, geometri, architetti, ragionieri, ripetenti, poveri e ricchi, per dire del danaro, gente con il sangue e le meningi attive applaudivano divertendosi e ringraziandoti, poi alla fine e sussurrandoti ancora, quell’ancora che viene da un abisso profondo che abbiamo dentro, quell’ancora di quando si chiava. Quell’abisso che ogni tanto ti sbarella sul divano, estate o inverno che sia, un botro che non riconosce né tempo né luogo, e, per me, vale allora l’Adagio di Albinoni per la direzione di Karajan in loop, cioè a ripetizione, così per ore e ore, anche per due giorni di fila, il mio record, perché in quel brano, orchestrato dal maestro tedesco, si costruisce un ponte di rame dove, passo passo, trapassi l’abisso in un rimbombo sonoro. L’unica seccatura il posacenere stracolmo. E allora il mozzicone lo butti in un angolo, poi si spegnerà seco. Mi chiamò in un giorno di quelli e gli dissi che non avevo voglia di parlare. Mise giù. Capiva. Non è cosa da poco, del resto chi ha scritto nella cifra del grottesco, forse l’unica capace di narrare questa Italia che pare, che è, la farsa della repubblica di Weimar dai tempi di Vittorio Veneto, ha compreso quasi tutto e gli vien fuori anche quel Se Dio non c’è allora è cattivo. Teologia da caffè con annessa sala fumatori. Il Paradiso. Arrivederci Andrea Pinketts.

Emanuele Torreggiani

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