― pubblicità ―

Dall'archivio:

+++ Saronno: stroncata la cosca del mattone. “Se non paghi ti salta per aria quella betopompa là….” +++

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

SARONNO – “Attento, che non ti salta per aria quella betopompa là, che prende fuoco”, e ancora, “ti prende fuoco l’impianto…”. Con queste parole gli undici indagati per racket in provincia di Varese, minacciavano la concorrenza, per costringere altri imprenditori a garantire loro l’aggiudicazione di appalti e servizi edili e movimento terra.

Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Saronno (Varese), coordinate dalla Dda di Milano, sono iniziate nel settembre del 2017. I militari sono risaliti al gruppo criminale, con base nei comuni di Cislago, Saronno e Gerenzano, legati a cosche della ‘ndrangheta del versante tirrenico dell’estrema provincia reggina.

Gli indagati avrebbero inoltre manipolato anche aste immobiliari, gestite dal Tribunale di Busto Arsizio (Varese), riuscendo a spaventare e allontanare altri possibili acquirenti.

L’accusa poi riguarda un’estorsione di 60 mila euro al proprietario di una concessionaria d’auto, il quale si sarebbe trovato costretto a dare denaro al gruppo dopo essere stato minacciato con una pistola puntata alla nuca.

 

 

Dalle indagini dei Carabinieri di Saronno (Varese) e della Dda di Milano sul cosiddetto ‘racket del calcestruzzo’ emerge una storia quasi dimenticata di un imprenditore taglieggiato che anni or sono morì in un incidente stradale. L’ipotesi degli investigatori, infatti, alla luce della recente inchiesta, è che l’uomo si sia suicidato per far intascare una polizza vita che aveva stipulato in favore dei famigliari proprio nel giorno della morte. La vicenda è riportata oggi dal quotidiano Il Giorno. “Benedetto Conti – si legge – schiacciato da una situazione finanziaria disastrosa e stritolato dai debiti contratti con un uomo legato alla criminalità organizzata avrebbe deciso di suicidarsi per permettere alla sua famiglia di ottenere un ingente risarcimento con il quale risollevarsi”.

L’uomo, titolare di una concessionaria con la moglie, andata a fuoco nel 2008 e al centro dell’inchiesta e del principale indagato, nel maggio del 2011 stipula una polizza infortuni da 500mila euro e muore quella stessa notte. Il camionista contro il quale finì la sua auto, in rettilineo e in totale visibilità, dirà che aveva avuto l’impressione che l’auto avesse puntato il camion senza cercare minimamente di evitarlo.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi